WASHINGTON. Non si ferma la rimonta di Donald Trump, tanto da spingere il tycoon ad annunciare che l'8 novembre terrà all'hotel Hilton Midtown di Manhattan quello che già definisce il suo 'victory party'. Ormai il candidato repubblicano è ad un soffio da Hillary Clinton nella corsa alla Casa Bianca, a cinque giorni da elezioni che tengono col fiato sospeso il mondo intero e i mercati internazionali.
L'America intanto sprofonda in un clima apocalittico e complottistico, dove i due sfidanti si giocano le loro ultime carte: Trump ha fatto scendere in campo la moglie Melania a Filadelfia, Clinton si continua ad affidare a Bernie Sanders, ma soprattutto a Barack Obama e a Michelle, che lunedì - vigilia del voto - saliranno sul palco per la prima volta insieme a Hillary e Bill nella stessa città.
Entrambi gli ultimi due sondaggi nazionali, targati Wp-Abc e Nyt-Cbs, danno ancora la Clinton in vantaggio di 2 punti (47% a 45% e 45% a 43%), quindi sotto il margine di errore. Secondo il sito specializzato RealClearPolitics, che fa la media dei principali sondaggi, a dividere i due rivali è una percentuale ancora più bassa: 1,7 punti (47% a 45,3%).
Nel 2012, nello stesso periodo, anche Barack Obama, a caccia del secondo mandato, e Mitt Romney erano testa a testa nei sondaggi, poi il presidente vinse con un vantaggio di 4 punti. Ma il vero campanello d' allarme e' il grande recupero del magnate sul fronte dei 'grandi elettori' necessari per conquistare la Casa Bianca. Ne servono almeno 270 su 538.
Il tycoon - sempre secondo RealClearPolitics - ne avrebbe assicurati 180, contro i 226 della Clinton. Negli stati in bilico resterebbero dunque in palio 132 'grandi elettori', ma assegnando gli swing state a chi attualmente è in vantaggio nei sondaggi, Trump è a quota 265, Clinton a 273. A confortare Hillary il dato che oltre il 60% degli americani sostiene di aver già fatto la sua scelta e assicura che la serie di scandali recenti non farà cambiare loro idea. Attesissimo, ma deludente, il comizio di Melania, il suo primo e unico intervento nella campagna per il marito, dopo le critiche per aver copiato da Michelle Obama il discorso alla Convention repubblicana.
Un discorso freddo, mandato a memoria, in cui ha celebrato la sua storia di modella slovena immigrate legalmente negli Usa, gli Stati Uniti come il Paese della libertà e delle opportunità, le credenziali di Donald come marito, padre, imprenditore e futuro presidente ''che renderà l'America di nuovo grande e sicura''.
E promettendo di essere una first lady in prima linea a fianco delle donne e dei bambini, come se le accuse di offese e molestie sessuali rivolte al marito non fossero mai esistite. Obama e Trump si sono sfiorati in Florida, stato chiave per la vittoria. ''Trump e' assolutamente non qualificato, l'Ufficio Ovale non e' uno scherzo o un reality tv'', ha attaccato il presidente a Miami invitando a ''fermarlo'', dopo aver ammonito ieri in un altro comizio che ''le sorti del paese e del mondo sono nelle vostre mani''.
''Trump è nato con il cucchiaio d'argento, non lo vedrete mai in giro con la gente comune e che lavora. Almeno che non stiano pulendo la sua stanza'', ha incalzato, sostenendo che ''se vinciamo in Florida vinciamo queste elezioni''. Trump gli ha risposto via twitter: ''Guardate l'Air Force One a Miami. Perché sta facendo campagna invece di creare posti di lavoro, di migliorare l'Obamacare? Torni a lavorare per il popolo americano''.
E poi giù, a martellare contro la ''corrotta Hillary'', dopo aver avvisato che una sua vittoria scatenerebbe una ''crisi costituzionale'' e anche una ''terza guerra mondiale''. ''Immaginatevi Donald Trump, il 20 gennaio 2017, che presta giuramento davanti a Capitol Hill'', ha ironizzato la candidata democratica, che oggi ha incassato anche l'endorsement dell' Economist. Ma 'The Donald' quel giuramento se lo immagina davvero e da giorni cerca di evitare passi falsi, continuando a ripetere a se stesso a voce alta, come un mantra: ''resta concentrato, nessuna distrazione''.
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