LONDRA. Non è questione di 'se' ma di 'quando'. Prima o poi ci sarà un attentato in Gran Bretagna che il contro-terrorismo non riuscirà a fermare. A lanciare l'allarme dalle pagine del Guardian è stato Andrew Parker in persona, il capo dell'MI5, nella prima storica intervista a un quotidiano di un responsabile del servizio segreto di sua maestà, fondato 107 anni fa per fermare le minacce interne al Regno Unito. E i nemici pubblici che potrebbero presto colpire sono i jihadisti che si ispirano all'Isis e anche ad Al Qaeda, 'marchi0' che nonostante la sua crisi resta attivo nel terrore globale.
«Mi aspetto che individueremo e fermeremo gran parte dei tentativi di attacco contro questo Paese», ha detto per rassicurare i cittadini. Non a caso negli ultimi tre anni ne sono stati sventati ben 12 dagli agenti dell'MI5. Ma Parker non può garantire che questo possa accadere ogni volta, vista ad esempio la varietà di modi e la facilità con cui si possono colpire le persone nei luoghi pubblici. La minaccia è infatti «continua», ed ecco perchè il livello di allerta resta il secondo più alto possibile, quello «severo», con un attentato altamente probabile. Basta citare alcuni numeri per comprendere i rischi che corrono i sudditi di sua maestà. Secondo le stime di Parker, si contano tremila «integralisti islamici violenti» nel Regno, in gran parte di nazionalità britannica.
Non finisce qui. In base a una inchiesta di Sky News, i tre quarti delle 583 persone finite in carcere per reati di terrorismo dall'11 settembre 2001 hanno scontato la loro pena e sono stati rimessi in libertà ma molti non hanno preso parte ai programmi di anti-radicalismo organizzati dal governo. Il clima di tensione ha avuto anche ricadute sulla vita privata dei personaggi politici: il servizio scorta di Scotland Yard ha vietato al ministro degli Esteri Boris Johnson di muoversi in bicicletta per Londra, come faceva quando era sindaco della capitale, per non diventare un facile bersaglio degli estremisti.
La Gran Bretagna si ritrova così ad affrontare molti pericoli in un momento storico di progressivo isolamento dovuto alla Brexit che fa pensare al passato, a quando il Paese durante la Guerra Fredda sembrava 'lontanò dall'Europa e si opponeva al nemico sovietico. Oggi come allora non mancano i forti attriti con Mosca, ribaditi dallo stesso Parker, secondo cui il Cremlino rappresenta una «minaccia crescente» per Londra, portando avanti una politica estera «con modi sempre più aggressivi» che includono il ricorso «alla propaganda, allo spionaggio, al sovvertimento dell'ordine costituito, e ai cyber-attacchi» contro obiettivi europei. Accuse che sono state bollate come «non vere» dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Ma intanto il governo di Theresa May passa ai fatti: oggi il Cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, ha lanciato un piano da due miliardi di sterline per la sicurezza telematica e la difesa
dagli attacchi hacker di potenze straniere. Londra alza le barriere, reali e virtuali, contro i suoi nemici, veri o presunti.
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