WASHINGTON. Terza notte consecutiva di proteste a Charlotte, in North Carolina, dove centinaia di manifestanti hanno marciato per ore scandendo slogan, mostrando cartelli, rimanendo per strada anche dopo la mezzanotte quando è scattato il coprifuoco indetto dal sindaco dopo i disordini di ieri in cui un uomo è rimasto ucciso, un manifestante colpito da uno o più spari in circostanze ancora tutte da chiarire che è deceduto durante la giornata.
Il governatore della North Cartolina aveva dichiarato lo stato di emergenza in città, dando il via libera all'intervento della Guardia Nazionale per affiancare la Polizia che presidia Charlotte in assetto antisommossa. Il coprifuoco il passo successivo, ordinato a partire dalla mezzanotte fino alle sei del mattino, per l'intera città, e che resterà in vigore prevedibilmente per alcuni giorni, fino a quanto le autorità riterranno che non sarà più necessario. «È stato indetto dopo consultazioni e attente valutazioni», ha spiegato il sindaco di Charlotte, Jennifer Roberts, «è stato ritenuto il modo migliore per mantenere la calma».
E al momento sembra funzionare, visto che a differenza di quanto accaduto 24 ore fa non si sono registrati disordini per l'intera serata. Soltanto un episodio ha messo in allerta, quando alcuni manifestanti si sono staccati dalla marcia di protesta principale e hanno raggiunto un'autostrada nel tentativo di bloccarla, ma sono stati subito dispersi e senza scontri o tensioni.
La situazione resta quindi sotto controllo al punto che allo scattare del coprifuoco centinaia di manifestanti rimanevano ancora in strada ma la Polizia non è intervenuta nè ha intenzione di intervenire, ha detto, fino a quando non ve ne sia necessità. Però le tensioni restano e sono altissime: a scatenare la protesta a Charlotte è stata la morte dell'afroamericano Keith Lamont Scott per mano della Polizia. Non sono ancora del tutto chiare le dinamiche dell'episodio, ma esiste un video che però per il momento è stato visionato soltanto dalle autorità e dai familiari di Scott, mentre i manifestanti ne chiedono la diffusione a gran voce. Lo scandiscono durante la marcia nella notte, lo ripetono ai media, lo scrivono su picchetti.
Il punto è che dalle immagini, come ha confermato anche il capo della polizia di Charlotte, non si capisce se Scott stesse davvero puntando una pistola verso i poliziotti quando è stato colpito, ma finora questa era stata la versione ufficiale. «Ambiguo» è stato definito il video anche dal sindaco Roberts, per questo «io tendo alla trasparenza e a voler diffondere il video - ha detto però la prima cittadina - ma sono consapevole che al momento c'è un'indagine in corso».
Le tensioni a sfondo razziale tornano così a percorrere il Paese in maniera palese e con nuovo clamore mentre mancano meno di sette settimane alle elezioni presidenziali e con i candidati impegnati nel rush finale. Hillary Clinton sembra aver voluto centellinare i suoi interventi sul tema e in queste ore pare sia concentrata a prepararsi per il primo duello tv fissato per lunedì.
Donald Trump invece tenta un 'equilibrismo' a lui in parte nuovo: da una parte ribadisce di essere lui il candidato per «la legge e l'ordine» ma dall'altra fa appello all'unità e non solo, parla direttamente alla comunità afroamericana che notoriamente non costituisce il suo 'elettorato naturalè.
Però il tycoon non si tira indietro e ci prova: «I disordini nelle nostre strade sono una minaccia per tutti i cittadini pacifici, devono finire e devono finire adesso» dice, e continua: «Le principali vittime di queste violente manifestazioni sono i cittadini afroamericani rispettosi della legge che vivono in queste comunità e che vogliono solo crescere i loro figli in sicurezza e pace».
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