DACCA. Quasi due mesi dopo il brutale assalto di un commando al ristorante Holey Artisan Bakery di Dacca in cui furono uccise 22 persone, fra cui nove italiani, le forze antiterrorismo bengalesi hanno annunciato oggi di avere ucciso in una sparatoria Tamim Ahmed Chowdhury, la 'mente' che organizzò quell'attacco, insieme a due stretti collaboratori.
Grazie, a quanto sembra, alla confessione di uno dei militanti arrestati del movimento Janàatul Mujahideen Bangladesh (JMB), una unità della brigata antiterrorismo della polizia ha raggiunto prima dell'alba la cittadina di Narayanganj, a 30 chilometri dalla capitale, individuando Chowdhury ed i suoi due aiutanti in un appartamento di una palazzina di tre piani.
Dopo aver visitato il luogo della sparatoria, il ministro dell'Interno bengalese, Asaduzzaman Khan Kaamal, ha rivelato che ai tre «è stata data una chance di arrendersi e di uscire con le mani alzate. Ma la loro risposta è stata il lancio di alcune bombe a mano insieme a raffiche di armi automatiche».
È stato a questo punto che è arrivato l'ordine di dare l'assalto al covo dei terroristi in una operazione, ha detto l'ispettore generale della polizia del Bangladesh, AKM Shahidul Hoque, che «è durata un'ora e non ha coinvolto alcun civile».
Sulla testa di Chowdhury, 30 anni, ha ricordato da parte sua il capo della polizia anti-terrorismo bengalese, Monirul Islam, esisteva una taglia di 22.000 euro. L'attentato avvenuto nel quartiere di Molshan, fu rivendicato dall'Isis e secondo esperti Chowdhury era, quale capo di un 'neo-JMB' scissione del JMB storico, il coordinatore della filiale in Bangladesh del movimento fondato dal 'Califfò Abu Bakr al-Baghdadi.
Le indagini svolte nelle scorse settimane sulla sua attività hanno permesso di appurare che era scomparso anni fa dal Canada, dove suo padre marinaio era emigrato con la famiglia negli anni '70 e dove Chowdhury era nato, ritornando in Bangladesh. In questi stessi anni comunque, ha ricordato Hoque, «aveva trascorso un periodo di addestramento in Siria».
Comunque, ha detto non nascondendo una certa soddisfazione il ministro dell'Interno Kamal, «con la sua morte il gruppo che faceva capo a Tamin Chowdhury è finito. E presto saremo in grado di arrestare il resto dei suoi militanti».
Il primo luglio un commando di sette uomini armati assaltò la Holey Artisan Bakery e l'annesso ristorante ÒKitchen lanciando alcune bome a mano e prendendo in ostaggio tutti i clienti seduti ai tavoli.
Quasi subito gli attaccanti uccisero gli stranieri presenti, fra cui nove italiani, sette giapponesi, una indiana, un americano e alcuni bengalesi. Tredici ostaggi furono poi liberati all'alba, prima dell'assalto finale in cui tutti i membri del commando meno uno, catturato vivo, persero la vita, insieme a due agenti di polizia.
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