TUNISI. Cresce l'allarme terrorismo in Italia. Dopo l'appello diffuso ieri dall'Isis a colpire ovunque negli Usa e in Europa - con un primo riferimento diretto all'Italia - oggi è arrivata la notizia del fermo di un «terrorista» tunisino pronto a salpare verso le coste italiane. La conferma, dopo le prime indiscrezioni dei media, è arrivata nel pomeriggio dal ministero dell'Interno tunisino: tra i sei sul punto di partire clandestinamente dalle isole Kerkennah (a 120 km da Lampedusa) verso l'Italia, c'era anche un tunisino ricercato per terrorismo, classificato come «pericoloso» ed in possesso di documenti falsi. Il ministero non ha diffuso il nome, ma nel comunicato ha certificato che l'uomo apparteneva ad una «organizzazione terroristica». Come gli altri cinque suoi compagni di un viaggio che non è mai avvenuto solo grazie all'intervento della Guardia nazionale marittima di Sfax, il terrorista è stato posto agli arresti in attesa di essere ascoltato dal giudice. La notizia materializza i timori evocati dalle polizie di tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, ovvero che tra i barconi di disperati migranti possano infiltrarsi elementi jihadisti o criminali. Un rischio che il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, non ha mai escluso e anzi è stato recentemente rilanciato dal presidente del Copasir Giacomo Stucchi, che ha ammonito che con Sirte libera dall'Isis «lo scenario è completamente cambiato e cresce oggettivamente il rischio che dei miliziani possano fuggire in Europa anche via mare». La maggior parte delle partenze illegali verso l'Italia avviene infatti ormai dal territorio libico dove, considerata la situazione in cui versa il Paese, pochissimi o inesistenti sono i controlli. Per quanto riguarda invece la Tunisia le operazioni di controllo delle frontiere avvengono periodicamente, anche in virtù dell'accordo bilaterale tra Italia e Tunisia sul contrasto all'immigrazione clandestina dell'aprile 2011 che finora ha dato buoni risultati. Dopo il boom di 22.000 immigrati clandestini arrivati in Italia dalla Tunisia del 2011, si è passati ai 605 del 2014, con una tendenza alla ripresa delle partenze negli ultimi due anni, che va di pari passo con il peggiorare della crisi economica che attanaglia il Paese. Ora i rischi dell'immigrazione clandestina sono sotto gli occhi di tutti e anche l'Unione europea ha ammesso che il fenomeno non è immune da pericoli. «La Commissione Ue è conscia del potenziale rischio di infiltrazioni di terroristi tra i migranti che attraversano il Mediterraneo», ha fatto sapere Bruxelles.