MOSCA. E' altissima tensione fra Russia e Ucraina dopo l'accusa lanciata ieri da Mosca a Kiev di aver tentato una serie di blitz per portare un gruppo di "sabotatori" - forze speciali? - in Crimea e destabilizzare la penisola in vista delle elezioni. Ieri, infatti, il presidente ucraino Petro Poroshenko ha disposto che tutte le unità militari al confine con l'Ucraina - e il Donbass - venissero poste in stato di "massima allerta", pronte al "combattimento".
La misura, potenzialmente gravida di conseguenze negative, è stata accompagnata però da una mossa diplomatica non secondaria: il presidente ha chiesto al ministero degli Esteri di organizzare telefonate con "Angela Merkel e Francois Hollande" - nel formato trilaterale Normandia - ed estendere l'invito "al vicepresidente Usa Joe Biden e al presidente del Consiglio Ue Donald Tusk". Poroshenko ha chiesto inoltre di prendere contatti con il presidente russo Vladimir Putin.
Insomma, un canale di dialogo per evitare di passare dalla padella alla brace pare essere stato aperto, o almeno sarebbe in corso un tentativo. Putin, d'altra parte, ieri ha usato parole durissime: Kiev, ha sentenziato, ha scelto il "terrore", non vuole affatto risolvere i problemi attraverso i "negoziati". E ha chiesto l'intervento di Washington. Intanto, però, le truppe militari ucraine al confine amministrativo con la Repubblica di Crimea sono state aumentate, anche per controbilanciare l'aumento degli effettivi disposti da Putin.
Mosca, è l'ossessione ucraina, "potrebbe lanciare delle operazioni offensive" proprio dalla penisola russofona che ha strappato a Kiev due anni e mezzo fa (attirandosi l'ira e le sanzioni dell'Occidente). Mosca, dal canto suo, ha rivelato che gli uomini arrestati nel corso dei contro-blitz sono due: Yevgeny Panov e Andrei Zakhtei.
Entrambi starebbero "confessando". Nel caso di Panov la polizia ucraina ne ha confermato l'identità e ha aperto un'indagine ipotizzando il reato di "sequestro". Insomma, il solito gioco di accuse e contromosse da romanzo di Le Carré. I toni di Mosca invece non ammettono 'svolazzi' narrativi. "Vogliamo mettere in guardia Kiev e i suoi sponsor stranieri - ha detto il ministero degli Esteri - che il danno causato alla Russia, con la morte del suo soldato, avrà delle conseguenze".
Quindi un avvertimento: "Ogni tentativo di smuovere la situazione nella Crimea russa è destinato al fallimento poiché noi ne garantiremo senz'altro la sicurezza e la stabilità". In questo tintinnar di sciabole, la Nato si è detta "preoccupata" e ha assicurato che sta "monitorando la situazione da vicino", mentre l'Ucraina ha chiesto e ottenuto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell'Onu "dopo le ultime provocazioni della Russia in Crimea"
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