Bangladesh, identificato il mandante della strage di Dacca
ROMA. La polizia del Bangladesh ha identificato il mandante della strage dell'1 luglio in un ristorante a Dacca, in Bangladesh, dove un commando di almeno 5 uomini ha massacrato 22 persone, tra cui 9 italiani. Si chiama Tamim Chowdhury, sui 30 anni, con doppia nazionalità canadese e del Bangladesh.
Gli inquirenti sono risaliti al giovane dopo un blitz antiterrorismo durante il quale sono stati uccisi 9 militanti. Ora è caccia a Chowdhury che si troverebbe ancora in Bangladesh dopo essere tornato dal Canada, 3 anni fa.
Secondo quanto riferiscono alcuni media del Bangladesh, Chowdhury sarebbe leader e maggior finanziatore di una fazione particolarmente feroce di 'Jamaat-ul-Mujaheddin Bangladesh', o Jmb, gruppo ultra-islamista fondato nel 1998 e al bando dal 2005.
Adele Puglisi, 54 anni, era manager della sede Artsana a Dacca. Probabilmente la cena a cui ha partecipato era per salutare una sua amica, Nadia Benedetti, anche lei uccisa dai terroristi, prima di partire dal Bangladesh per la Sicilia. Il suo rientro a Catania era previsto tra stasera e domani. Non era sposata e non aveva figli
Era una manager del settore tessile Nadia Benedetti, la 52enne originaria di Viterbo vittima dell’attentato di Dacca. Benedetti lavorava come managing director della StudioTex Limited e da tempo si era trasferita in Bangladesh.
Simona Monti, una delle vittime della strage jihadista a Dacca, aveva 33 anni ed era di Magliano Sabina (Rieti). Da circa un anno e mezzo era in Bangladesh per lavoro
Marco Tondat lascia una figlia di 5 anni. Separato, lavorava all’estero proprio per dare una vita migliore alla figlia. In Italia aveva lavorato come stagionale al mare, in Bangladesh era supervisore in un’azienda tessile.
C’è anche un friulano tra le vittime dell’attentato di Dacca. A Feletto Umberto (Udine), dove l’uomo abitava con la famiglia, la notizia si era diffusa già la mattina. Cristian Rossi, 47 anni, imprenditore, sposato e padre di due gemelline di 3 anni, era stato manager alla Bernardi. Dopo alcuni anni si era messo in proprio. Era in Bangladesh per motivi di lavoro
Claudia Maria D’Antona, torinese, aveva 56 anni e si era laureata in giurisprudenza. Da molti anni viveva in Oriente prima in India dove aveva avviato un’attività di imprenditrice nel comparto tessile, e poi a Dacca, dove era titolare dell’azienda Fedo trading con il marito, Giovanni Boschetti, sfuggito ai terroristi.
Maria Riboli era nata il 3 settembre 1982 ad Alzano Lombardo. Originaria di Borgo di Terzo, in valle Cavallina, dopo il matrimonio si era trasferita a Solza, nell’Isola bergamasca. Era mamma di una bambina di tre anni. A quanto si è appreso lavorava nel settore dell’abbigliamento e si trovava in viaggio per lavoro per conto di un’impresa tessile. Da qualche settimana era in Bangladesh. Sarebbe stata uccisa da una granata, lanciata da uno dei terroristi islamici
Vincenzo D’Allestro, imprenditore tessile di 46 anni, era nato in Svizzera ma proveniva dalla zona di Acerra, in provincia di Napoli. Con la moglie Maria Assunta Gaudio, anch’essa originaria delle stesse zone, ha abitato fino all’ottobre 2015 a Piedimonte Matese, per poi trasferirsi ad Acerra per motivi di lavoro. I due non avevano figli
Il giovane, si apprende, lavorava come collegamento tra Jmb e l'Isis che ha rivendicato l'attacco all'Holey Artisan restaurant. Gli inquirenti sono risaliti a lui dopo il blitz antiterrorismo di 4 giorni fa nella zona di Kalyanpur. Oltre al massacro del caffè di Dacca, Chowdhury sarebbe anche responsabile di un attacco durante una preghiera per l'Eid sei giorni dopo.
"Chowdhury è il mandante dei due attentati. Abbiamo lanciato una caccia all'uomo in quanto riteniamo che si trovi ancora in Bangladesh da quando è tornato dal Canada tre anni fa", ha detto un investigatore che ha voluto mantenere l'anonimato.
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