BERLINO. La Germania è in guerra contro il terrorismo, ma la politica di Berlino sui rifugiati non cambia. Incontrando la stampa dopo la «settimana nera» in cui la Germania è stata per la prima volta colpita sul suo territorio da attentati dell'Isis, Angela Merkel condanna le «azioni di terrore islamico» e le violenze commesse da rifugiati che «si sono fatti beffa del Paese da cui hanno ricevuto aiuto, e dei volontari e di chi ha dato loro rifugio da zone di guerra». Ed annuncia un piano di misure per consentire allo Stato di combattere adeguatamente una guerra «che è contro l'Isis ma non contro l'Islam».
Ma la cancelliera non intende fare passi indietro rispetto alla politica che ha portato la Berlino ad aprire le porte a oltre un milione di rifugiati investendo quasi dieci miliardi di euro per la loro integrazione. Una Angela Merkel molto sciolta e sicura interrompe le sue vacanze per condannare le azioni di Wurzburg e Ansbach, «attacchi terribili, oppressivi e deprimenti, con cui si rompe ogni regola di civiltà, condotti in luoghi in cui ciascuno di noi poteva trovarsi». E promette che la Germania, «un Paese forte», «ce la farà a vincere questa sfida» lanciata dal califfato: «una prova storica nel tempo della globalizzazione».
Due sono le vie di azione indicate dalla cancelliera: «dare sicurezza ai nostri cittadini e dominare la questione integrazione e superarla». Anche con l'impegno delle comunità islamiche in Germania che, invita ad «isolare i terroristi».
La signora Merkel snocciola ai cronisti i «nove punti» del suo piano per la sicurezza; misure in linea con quelle reclamate poche ore prima dal ministro dell'Interno della Baviera, che ha lanciato l'allarme Islam non appena partita l'ondata di violenza nella regione. Tra le novità, un abbassamento degli ostacoli per l'espulsione dei richiedenti asilo, un «sistema di preallarme» sulla radicalizzazione tra i rifugiati e la possibilità dell'intervento dell'esercito in seguito a grandi attacchi terroristici. Ma anche più controlli su internet.
Tuttavia, una cosa è certa: gli attentati compiuti da rifugiati in Germania non cambiano la politica sull'asilo della Germania che, ribadisce la cancelliera, «resta fedele ai suoi principi e darà rifugio a chi lo merita». Il ministero dell'Interno potenzierà i controlli, anche rafforzando lo «scambio di informazioni» con i Paesi nord africani e dell'area del Medio Oriente per evitare infiltrazioni di terroristi.
«Dobbiamo proteggere i nostri confini, dobbiamo mettere in equilibrio integrazione, libertà e sicurezza, in modo da poter continuare a vivere in maniera sicura», sostiene richiamando il Paese all'unità. Anche perchè in tutta questa vicenda c'è un convitato di pietra: il «potenziale di razzismo e di xenofobia» di chi «ha l'odio nel cuore». Un potenziale che in Germania «c'è e non va sottovalutato» dalla signora Merkel che lo «vede come un pericolo».
La paura è che l'estrema destra soffi sul fuoco dell'intolleranza verso i rifugiati incrementando gli attacchi nei loro confronti. Attacchi mai sopiti negli ultimi mesi e che impensieriscono non poco la Cancelleria.
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