NEW YORK. Polizia ancora nel mirino. Un agente è morto dopo aver risposto, insieme a dei colleghi, a una chiamata per colpi di arma da fuoco provenienti da un'auto. Giunti sul posto, gli agenti si sono trovati alla prese con gli occupanti dell'auto in fuga a piedi: uno è stato fermato un altro è riuscito a sparare, colpendo il poliziotto. L'agente ferito in condizioni critiche è stato trasportato in ospedale, dove è morto. L'incidente è avvenuto a Kansas City, la città di Gavin Long, il killer di Baton Rouge. I
dettagli dell'accaduto non sono ancora chiari. Il portavoce della polizia, Cameron Morgan, spiega che l'agente è stato raggiunto da diversi colpi dopo un inseguimento durato venti minuti. Un altro dei sospettati è stato invece fermato ed è sotto custodia, mentre continua la ricerca agli altri sospettati.
Per Kansas City si tratta della seconda sparatoria con agenti coinvolti da maggio. L'altra ha riguardato un detective della polizia, ucciso da colpi di arma da fuoco. L'incidente mostra come la tensione sia ancora alta dopo Dallas e Baton Rouge, dove in un agguato sono stati uccisi tre agenti.
Ucciso anche il killer, Gavin Long, ex Marine con un passato in Iraq. Longo poco prima di agire era stato a Dallas, teatro dell'attacco di Micah Johnson, che ha ucciso cinque agenti perché arrabbiato dal trattamento ricevuto dagli afroamericani. Due episodi che hanno riacceso il dibattito sulle tensioni razziali e spinto il presidente americano, Barack Obama a scendere in campo più volte, invitando al dialogo, alla calma e a moderare i termini.
In una lettera aperta alla polizia pubblicata su Facebook, Obama respinge l'idea che gli Stati Uniti siano tornati ai tempi delle rivolte sociali degli anni 1960, e rassicura gli agenti: «siamo dalla vostra parte». Obama ribadisce l'impegno a sostenere le forze dell'ordine, respingendo «il tentativo di alcuni di usare questo momento per dividere la polizia e le comunità in cui opera. Respingo questi tentativi che non riflettono la realtà del paese».
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