NIZZA. Tra «irreperibili» e feriti, sono circa una decina gli italiani coinvolti nell'attentato di Nizza. Lo si apprende alla Farnesina in attesa di informazioni ufficiali da parte delle autorità francesi.
Le operazioni di riconoscimento delle vittime dell'attentato della Promenade des Anglais «sono delicate e complesse», le autorità francesi stanno adottando «una procedura molto lunga ma molto precisa. I corpi erano in uno stato irriconoscibile e i francesi prima di dare informazioni vogliono essere sicuri. Noi stiamo ricevendo lo stesso trattamento che ricevono tutti i miei colleghi stranieri», ha detto stamani il console generale d'Italia a Nizza, Serena Lippi, facendo il punto della situazione.
«Siamo in una fase estremamente delicata - ha detto Lippi - perchè le liste si stanno restringendo. Ci stiamo concentrando sui casi più urgenti e stiamo ricevendo i familiari dall'Italia». I familiari vengono indirizzati alla 'Maison des victimes' allestita dalla municipalità nizzarda «e lì avranno assistenza, lì verrà raccolto il dna per i riconoscimenti - ha aggiunto Lippi -. Noi siamo operativi dal momento in cui è avvenuto tutto quanto. Presidiamo gli ospedali, facciamo i turni, insomma siamo presenti».
Per quanto riguarda le liste delle vittime, il console preferisce non dare i numeri perchè «ci sono state parecchie imprecisioni e dare i numeri in una fase così delicata e di continuo aggiornamento può solo creare confusione».
ALTRI ARRESTI. Intanto, proseguono le indagini sulla strage. Un uomo e una donna sono stati fermati dalla polizia francese. Lo riferisce Bfmtv. Ieri erano stati interrogati l'ex moglie dell'attentatore e altre quattro persone vicine a lui. Un altro sospettato è stato arrestato.
IL KILLER E IL SOPRALLUOGO PRIMA DELLA STRAGE. Mohamed Lahouaiej-Bouhlel aveva effettuato un sopralluogo sulla Promenade des Anglais nei giorni che precedettero la strage, il 12 e 13 luglio: è quanto riferiscono fonti vicine all'inchiesta citate da Europe 1. L'autista killer è stato individuato grazie alle telecamere della videosorveglianza . «È possibile vederlo al volante del camion mentre osserva i luoghi molto attentamente», dice la radio
LA TESTIMONIANZA DI UN POLIZIOTTO. «Ho sparato per neutralizzarlo, ho sparato fino a che non si muovesse più». Lo ha detto uno dei tre poliziotti che ha risposto al fuoco del terrorista durante la strage del 14 luglio a Nizza nella sua testimonianza agli inquirenti rivelata da radio Rmc. Verso le 22:45 - si legge nei verbali - i tre agenti ricevono una chiamata dalla centrale. Vengono informati che un tir è entrato nella Promenade des Anglais e avanza sul marciapiede.
Loro lo vedono da lontano, investe le persone come fossero birilli. Il mezzo pesante di 19 tonnellate ha già effettuato due chilometri di strada falciando tutto quello che trova sul suo cammino. Arrivati all'altezza del mezzo, i tre poliziotti si accorgono di un civile, sul marciapiede, che cerca di intervenire, in un atto eroico, per fermare Mohamed Bouhlel. Esplode un primo colpo, il veicolo si ferma.
L'autista-killer ha aperto il fuoco contro i poliziotti. Questi replicano. Tra loro, c'è un agente in servizio da nove anni, si nasconde dietro a una palma. «Ho sparato per neutralizzarlo, ho sparato fino a che non si muovesse più», racconta nella testimonianza riportata da RMC. I tre agenti hanno sparato 27 volte. Come già emerso nei giorni scorsi Bouhlel è stato ritrovato morto nella cabina, dal lato del passeggero.
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