Lunedì 23 Dicembre 2024

Brexit, il ministro Davis: se flussi eccessivi, migranti europei rimpatriati

ROMA. I migranti europei che arriveranno in Gran Bretagna nei prossimi due anni saranno «rispediti a casa», nel caso ci sia un'impennata di ingressi nel periodo precedente l'uscita dall'Ue. Lo ha annunciato il ministro britannico per la Brexit, David Davis, in un'intervista al Mail On Sunday. L'uomo che dovrà guidare i negoziati tra Londra e Bruxelles ha negato che il governo voglia mandar via i 3 milioni di migranti europei, soprattutto polacchi e romeni, che sono già nel Regno ma ha manifestato la ferma intenzione di intervenire qualora i nuovi afflussi diventassero troppo massicci. Intanto, sono iniziate le prove di compromesso sulla Brexit fra dame di ferro. È in Scozia la prima visita di Theresa May fuori Londra in veste di premier: un gesto di cortesia, ma anche un'apertura di dialogo politico con la first minister di Edimburgo, Nicola Sturgeon. Sul tavolo, quel divorzio dall'Ue che il referendum del 23 giugno ha sancito per il Paese, ma che gli scozzesi, a differenza degli inglesi, hanno in larga maggioranza respinto. May ha detto e ripetuto che la volontà popolare è sacra e sarà rispettata: e David Davis, il suo ministro incaricato ad hoc delle trattative con Bruxelles - un brexiter 'senza se e senza ma' - ha fatto sapere oggi che il tempo dell'attesa non sarà lungo: l'articolo 50 del Trattato di Lisbona potrebbe essere attivato entro il principio del 2017, ma forse già a fine anno, ha annunciato. E la procedura di divorzio andrà poi definita in «modo calibrato, ma rapido», per concludersi «verso dicembre 2018». Sempre che tutto vada bene. Il problema è che alla Scozia questo epilogo non va bene affatto. Sturgeon l'ha ribadito con chiarezza alla sua ospite, sebbene fra sorrisi e strette di mano. Gli scozzesi hanno votato Remain, ha ricordato, e vogliono avere voce in capitolo nei negoziati. Soprattutto, vogliono mantenere i loro legami con l'Europa. Le posizioni di partenza sono dunque distanti. Anche perchè May ha rivendicato fin dall'insediamento a Downing Street il suo spirito «unionista», mentre Sturgeon difende a spada tratta l'ispirazione indipendentista che anima la sua intera storia politica e quella dell'Snp, il partito che sotto la sua guida domina le istituzioni del territorio del nord. Ma il messaggio della premier conservatrice giunta da Londra non è da muro contro muro: «Vengo per testimoniare il mio impegno per preservare un'unione speciale che dura da secoli. Ma voglio dire anche qualche cosa d'altro al popolo scozzese: il mio governo sarà sempre al vostro fianco».

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