Mercoledì 18 Dicembre 2024

Dacca, l'autopsia sui corpi dei 9 italiani
Segni di torture, morte lenta e atroce

ROMA. Segni di torture, tagli provocati da armi affilate, forse machete, mutilazioni, tracce di proiettili e di esplosivo. E' stata una morte lenta e atroce quella dei nove italiani uccisi in Bangladesh, anche perché non sono stati raggiunti dal colpo di grazia. E' quanto stabilito dalle autopsie eseguite oggi nel policlinico Gemelli di Roma. Gli accertamenti autoptici sono stati eseguiti dall'equipe di medici legali guidati da Vincenzo Pascali e Antonio Oliva. I terroristi, secondo quanto si è appreso, hanno infierito sulle loro vittime in modo tale da non farle morire subito. Il pm Francesco Scavo, titolare degli accertamenti, ha firmato il nulla osta per la restituzione delle salme alle famiglie. Nei corpi di alcune salme sono stati trovati dei proiettili che ora saranno esaminati per risalire al tipo di arma usata. LA TESTIMONIANZA. Ha ricostruito oggi, davanti ai carabinieri del Ros, la dinamica del tragico attacco nel ristorante di Dacca, Giovanni Boschetti, scampato alla morte al contrario della moglie Claudia D'Antona. Boschetti è stato sentito come testimone nell'ambito dell'inchiesta del pm Francesco Scavo. Boschetti, da 22 anni in Bangladesh, ha ribadito di essere sopravvissuto grazie ad una telefonata che lo aveva fatto uscire dal locale.

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