CIAMPINO. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul piazzale di Ciampino, accanto ai familiari delle vittime di Dacca, in mezzo a loro, in attesa dei feretri. È questa l'immagine che più di ogni altra dà il senso di come il capo dello Stato ha deciso di testimoniare l'abbraccio dell'Italia per la terribile strage di venerdì scorso. Una solidarietà che vuole essere anche concreta: «Ho preso con il presidente Mattarella - ha fatto sapere il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni - l'impegno a nome del governo ad assicurare che i benefici previsti dalla legge per le vittime del terrorismo si applichino ai nostri caduti all'estero. È un impegno doveroso di fronte a episodi come quello della strage di Dacca». Gentiloni è stato accanto al capo dello Stato durante le lunghe operazioni di sbarco dei feretri (un'ora circa), al termine delle quali Mattarella si è fermato per un istante in raccoglimento davanti alle bare, un istante appena per poi lasciare subito spazio ai familiari, al loro dolore per l'ultimo saluto ai congiunti. Lacrime, abbracci, lo straziante saluto di don Luca Monti, il fratello di Simona, che ha baciato piangendo il feretro della trentenne che aveva da poco scoperto di aspettare un bambino. E poi ancora, tra i familiari, una bimba con il suo vestito a fiori e un nastro tra i capelli ferma in attesa delle bare e Giovanni Boschetti, che è riuscito a salvarsi mentre sua moglie veniva massacrata e una giovane donna, con in mano una cornice con la foto di Cristian Rossi, il manager di 47 anni che aveva due gemelline di tre anni. I corpi di Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D'Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D'Allestro, Maria Rivoli, Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti sono partiti in mattinata dal Bangladesh a bordo del Boeing 767 del XIV Stormo, mentre Mattarella era in volo verso Roma, dopo aver interrotto la sua visita in Messico. Arrivato a Ciampino, il presidente ha incontrato i familiari in forma privata, si è intrattenuto con loro, in una saletta riservata del 31/mo Stormo, nella zona militare dell'aeroporto di Ciampino. Poi l'arrivo delle salme, con le bare avvolte nel tricolore, che subito dopo sono state trasportate al Gemelli, dove, dopo il riconoscimento da parte dei familiari, inizieranno gli esami di rito: la tac e poi domani l'autopsia. L'Italia vuole infatti prendere parte attiva all'indagine. Mentre dal Bangladesh arrivano le notizie di nuovi arresti, la procura di Roma sta preparando una richiesta, tramite rogatoria internazionale, alle autorità bengalesi per avere copia degli atti dell'inchiesta sull'attacco. E il pm Francesco Scavo, titolare degli accertamenti, potrebbe chiedere di interrogare l'unico superstite del commando arrestato. Il viaggio dei nove italiani uccisi dalla follia jihadista si concluderà nel paese di origine di ciascuno di loro, con i funerali in forma privata.