NEW YORK. Le Forze Armate americane dicono addio all'ultimo tabù. Cade il divieto che impedisce ai transessuali di arruolarsi. La misura entra in vigore ufficialmente, dopo l'annuncio della scorsa settimana. "Il nostro compito - ha detto dal ministro della Difesa Ash Carter al Pentagono - e' di difendere il Paese, non possiamo impedire il reclutamento di persone che possono compiere tale missione". E ha aggiunto: "Era la cosa giusta da fare". La misura entrera' in vigore da subito ed e' l'ufficializzazione di quanto si pianificava da tempo. Lo stesso Carter aveva nominato una commissione per capire quali fossero le problematiche da affrontare e come risolverle. Poi il semaforo verde e' scattato nell'ottica generale di avere delle Forse Armate più inclusive, una politica che, tra le altre cose, ha portato di recente anche al via libera per le donne di accedere alle posizioni 'combat'. Secondo alcuni dettagli annunciati dal numero uno delle Forze Armate con la nuova politica, entro il 1 ottobre, i militari transgender saranno in grado di ricevere assistenza medica e potranno cambiare sesso formalmente nel sistema di identificazione del personale del Pentagono. Inoltre, nel giro di un anno, comincerà il processo di reclutamento dei trans a condizione che rispondano ai criteri stabiliti e che si siano stabilmente identificati nel loro genere almeno per 18 mesi. E la fine del divieto e' considerata anche una sorta di seguito naturale al venir meno nel 2011 della consuetudine nota come 'Don't Ask, Don't Tell' che impediva di fatto ai gay e ai bisessuali dichiarati di servire nelle forze armate. Carter ha sollevato il divieto nonostante le preoccupazioni dei vertici militari che pure erano state manifestate: "Occorre più tempo", avevano detto, convinti che il Pentagono stesse correndo troppo e che siano ancora diverse le questioni da risolvere prima che la nuova misura possa entrare in vigore a tutti gli effetti. In realtà, stando ad alcuni media americani, i vertici militari non ostacolano la misura, tutt'altro, cio' che chiedevano alla amministrazione era piu' tempo per potersi adeguare. Gli stessi vertici hanno chiesto un incontro con il capo del Pentagono proprio per discutere delle problematiche che potrebbero sorgere, tra cui quella di disturbi di identità'. Il capo del Pentagono non esclude confronti e discussioni, ma e' rimasto per tutto il tempo determinato a portare a termine il progetto. Nessun passo indietro e oggi, in conferenza stampa ha voluto fare passi indietro. "Questo divieto e' superato".