Lunedì 23 Dicembre 2024

Brexit, la voce dei siciliani in Inghilterra: "Colpo durissimo, nessuno sa che futuro ci aspetta"

PALERMO. "See EU Later", titola il Sun in prima pagina, con il tipico "Word pun", gioco di parole, che tanto piacciono agli anglosassoni. "Ci vediamo Europa", dunque, ma la questione non è tanto semplice e nemmeno tanto chiara. Soprattutto per gli stranieri che adesso, di fatto, rischiano di diventare extracomunitari in un posto dove non c'è più l'Europa. Sono tanti i siciliani a Londra, a Manchester e nelle altre grandi e piccole città di un'Inghilterra che ha deciso di uscire dall'Unione Europea. E la reazione di chi, partito dalla Trinacria con sogni, speranze e certezze, ha visto il "leave" prevalere sul "remain", non è stata delle migliori. Tutt'altro. Soprattutto perchè di certezze, adesso, ce ne sono ben poche e questo limbo rischia di durare per un bel po' di tempo. Si parla di mesi, addirittura anni. C'è chi ha visto i colleghi stranieri dormire in ufficio, come Roberta Benigno, una "recruiter" che lavora nell'alta finanza londinese, proprio uno dei rami che maggiormente rischia di essere colpito dal Brexit. "Molti stanno pensando di ritirare i soldi che hanno nelle banche inglesi, perchè la sterlina rischia di essere distrutta - racconta il fratello di Roberta, Giuseppe, anche lui con interessi lavorativi nella City - Non  conosciamo, ma nessuno in realtà conosce, le conseguenze, non si sa quanto ora l'Europa sia disposta a trattare con l'Inghilterra, stessa cosa per le potenze asiatiche e gli Stati Uniti. E nel breve periodo la situazione potrebbe essere devastante, con tantissimi posti di lavoro persi". Valentina Ventimiglia è un'affermata disegnatrice che ha lavorato per la Disney, vive con il suo compagno e sua figlia a Manchester e per anni ha vissuto a Londra, a due passi da quella meraviglia che è il London Bridge: "Abbiamo preso il "leave" malissimo, c'è poco da dire - dice Valentina -. C'è anche un po' di rabbia perchè abbiamo visto che questo voto è dipeso per la maggior parte da una fetta di popolazione prevalentemente anziana, dai 65 anni in su. I giovani sotto i 30 volevano rimanere in Europa, capendo il potenziale rischio. I più "vecchi", insomma, hanno scaricato il peso di una potenziale catastrofe a quelli che una vita ancora se la devono costruire". Della "Generazione Erasmus", i giovanissimi arrivati in Inghilterra da cittadini europei e ora alle prese con possibili problemi di visto e altro, fa parte Giuseppe Fazio, 25 anni, che arrivato a Londra per imparare la lingua è rimasto lì, lavorando come barista, aiuto cuoco, cameriere e quant'altro: "Non avrei mai creduto una cosa del genere, mai - dice Giuseppe -. Sono qui da 7 mesi, sto bene, lavoro duro ma vivo senza problemi. I miei colleghi inglesi, giovani pure loro, hanno votato tutti per il "Remain", e sotto sotto nessuno credeva davvero nel contrario. Sono sbalorditi. In televisione, sulla BBC, sentivo gente che gridava: "Ma davvero siamo così stupidi, in questa nazione?". Ora non so cosa accadrà per me, per noi, dipenderà dagli accordi, ma il rischio di ricominciare tutto di nuovo c'è".  

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