LONDRA. Gli elettori britannici non hanno soltanto provocato uno shock al mondo e ai mercati finanziari votando l'uscita dall'Unione Europea, hanno anche ignorato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, caricato Hillary Clinton di un potenziale fardello economico e iniettato energia nelle correnti populiste su entrambe le sponde dell'Atlantico, scrive Politico, in una prima analisi a caldo sulle ripercussioni del voto britannico negli Stati Uniti. Un risultato - si legge - che, considerato lo scarto rispetto ai sondaggi, potrebbe suggerire inoltre che i rilevamenti negli Usa che vedono in testa la candidata democratica Hillary Clinton sottovalutino la misura in cui l'elettorato nelle democrazie occidentali sia stufo dei politici di professione e preoccupato per terrorismo islamico e immigrazione. Per la campagna di Hillary Clinton cruciali saranno le ripercussioni sull'economia della decisione presa dal Regno Unito. Se le previsioni in questo senso risulteranno accurate - scrive ancora Politico - bisogna tenersi pronti ad un rallentamento economico innescato dalla Brexit, che può sconfinare nella corsa per le presidenziali americane. Donald Trump, intanto, è volato in Scozia nel giorno in cui gli inglesi decidono di lasciare l'Ue. «Potrebbe essere una semplice coincidenza. Ma in modo sorprendente le forze che hanno spinto il referendum sono simili a quelle che stanno scuotendo la politica americana». Lo afferma il Washington Post, sottolineando che il crescente risentimento per le ricadute della globalizzazione e gli effetti della crisi finanziaria hanno spaccato l'elettorato inglese e americano. «A questo si aggiungono i nodi dell'identità nazionale e culturale in un momento di crescente diversità demografica, messo in evidenza dal dibattito sull'immigrazione. Sia il partito del Leave sia Trump hanno trovato nell'immigrazione la loro più potente arma politica».