RIO DE JANEIRO. Rinviare le gravidanze nei Paesi colpiti dal virus Zika. È l'appello lanciato dalla Organizzazione mondiale della sanità di fronte all'avanzare dell'emergenza. L'invito è però destinato a suscitare non poche polemiche.
In Paesi come gli Stati Uniti, infatti, le autorità sanitarie sono alle prese con il virus a Porto Rico, ma si sono finora sempre dette contrarie a un approccio così intrusivo nella vita delle persone.
Ma per l'Oms evitare per il momento di concepire figli nelle aree martoriate dal virus - sono stati individuati 46 Stati in America Latina e nei Caraibi - è fondamentale per fermare l'ondata di nascite di bimbi con malformazioni e danni al cervello. Del resto, nell'annunciare le nuove linee guida sulla prevenzione di Zika, l'Oms non nasconde come il consiglio di non fare figli può rivelaresi il più efficace fino a quando non ci sarà un vaccino per contrastare il virus e fino a che non saranno aumentati gli sforzi per eliminare le specie di zanzara portatrici di Zika.
L'Oms insiste quindi sulla necessità di informare correttamente tutti gli uomini e le donne in età riproduttiva nelle aree colpite sui rischi delle gravidanze in questa fase. Anche se la nuova direttiva distingue tra le persone che vivono nei Paesi interessati dal virus e quelle che visitano tali Paesi. Per quest'ultima categoria la raccomandazione ad evitare gravidanze non vale.
Intanto l'allarme cresce sempre di più negli Usa, dove gli esperti si attendono l'arrivo del virus Zika in Texas e nella regione del Golfo del Messico nel corso dell'estate: «È questione di tempo», affermano alla National School of Tropical Medicine di Houston. Il virus Zika non solo provoca malformazioni e danni irreversibili nei neonati di mamme infette, ma causa anche danni neurologici sugli adulti colpiti.
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