WASHINGTON. La sfida continua tra Hillary Clinton e Bernie Sanders. Il senatore 'socialistà del Vermont vince le primarie democratiche in West Virginia ed esulta al grido di «Lotterò fino alla fine, per ogni voto». Conferma così la sua sorprendente corsa che pur tenendolo ancora a distanza in termini di delegati dalla ex first lady non le concede lo spazio necessario per chiudere la partita e dedicarsi al 100% alla sfida finale che già vede con Donald Trump verso l'election day di novembre per tornare alla Casa Bianca da primo presidente donna degli Stati Uniti. Sanders 'aprè però all'unità, ponendo anche lui ormai al centro della corsa la necessità di battere Donald Trump. Su questo invoca l'unità del partito in una maniera che mai fino ad ora lo aveva visto allinearsi così alla rivale Hillary Clinton. «Ho un messaggio per i delegati a Filadelfia. - dice - Se con Hillary Clinton abbiamo molte differenze, su una cosa siamo d'accordo: dobbiamo sconfiggere Donald Trump». E continua: «Trump non diventerà presidente perchè il popolo americano sa che la nostra forza è la diversità». Sono 29 i delegati messi in palio per i democratici in West Virginia, ma non è il 'numerò a contare questa volta, bensì il valore altamente simbolico della vittoria di Sanders che rafforza il suo messaggio politico, rinvigorisce la determinazione del senatore ad arrivare fino alla convention di Filadelfia e di contare. Questo vuole adesso Sanders: avere voce in capitolo e far pesare la forza del suo appello alla «rivoluzione politica» che già spinge la frontrunner a 'sinistrà. Se e quando raggiungerà i 2383 delegati necessari per assicurarsi la nomination Hillary Clinton vorrà anche l'unità del partito per una investitura piena e vorrà dalla sua parte tutti quei voti e quei consensi che Sanders ha attirato a sè. E allora eccolo il 74enne 'socialistà ricordare a Hillary uno per uno i punti sui quali ha condotto una campagna partita senza credito e arrivata ad attirare folle record, a mobilitare i giovani di solito assenti dai radar dei sondaggi, vincendo ad oggi 19 stati. « Abbiamo bisogno di un'economia che funzioni per tutti, non soltanto per l'1%». Quindi l'assistenza sanitaria universale, college e università pubblici gratuiti, «i ricchi e le corporation paghino la giusta parte di tasse». Nel 2008 in West Virginia Hillary Clinton trionfò sull'allora sfidante Barack Obama. Otto anni dopo la situazione è ribaltata. E non ha aiutato una scivolata dei giorni scorsi, quando nello Stato noto come la 'terra del carbonè ha tuonato: «Chiuderemo un sacco di miniere». L'intenzione era di esaltare le opportunità dell'energia rinnovabile, accortasi della gaffe si è scusata, ma è chiaro che la ferita lasciata dalla paura della crisi non è riemarginata. Intanto i repubblicani hanno votato in West Virginia e Nebraska, entrambi vinti da Donald Trump, unico rimasto in corsa per il Grand Old party.