NEW DELHI. Nei primi quattro mesi dell'anno sono state uccise più tigri in India che nell'intero 2015 a causa di un forte aumento del bracconaggio e della domanda di pelli e di altri parti del raro felino. Lo riferisce oggi The Hindustan Times con un articolo in prima pagina.
Le attività illegali sono avvenute in alcuni dei più famosi parchi protetti della Tigre del Bengala, come la storica riserva di Corbett, nello stato settentrionale di Uttarakhand e quella di Kaziranga nel nord orientale Assam, dove di recente c'è stato anche un aumento di uccisioni di rinoceronti. Secondo la Società per la protezione della fauna selvatica in India (Wpsi), i bracconieri hanno ucciso 28 tigri dal primo gennaio al 26 aprile, che è un record storico.
Lo scorso anno ne furono uccise 25 per prelevare pelle e altri parti che sono molto ricercate sul mercato cinese e in quelli asiatici. Si stima che nei parchi protetti indiani vivano 3.200 esemplari che rappresentano il 70% della popolazione mondiale di tigri. Nonostante la minaccia del bracconaggio, dal 2010 al 2014 il numero delle tigri è salito del 30%. Secondo la National Tiger Conservation Authority (NTCA) questo incremento è stato un successo possibile grazie a un maggiore impegno nel proteggere le aree protette e combattere il contrabbando delle parti.
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