BRUXELLES. L'estradizione di Salah Abdeslam dal Belgio alla Francia, per essere giudicato per gli attentati di Parigi, è «imminente, una questione di due-tre settimane». Così l'avvocato Sven Mary in un'intervista al quotidiano belga 'L'Echò, spiegando che il terrorista cambierà legale, scegliendone uno del foro francese, una volta giunto oltre confine.
Mary ha anche affermato che, «secondo le prime perizie, la cintura esplosiva» che Salah ha gettato anzicchè attivarla per farsi esplodere durante gli attacchi di Parigi «era in grado di funzionare». E questo dovrà essere tenuto in conto nel processo. Salah deve rispondere in Belgio di tentato omicidio durante la sparatoria a Forest, avvenuta tre giorni prima della sua cattura e una settimana prima degli attentati di Bruxelles, per cui non è per ora accusato.
Proprio sul caso dei fratelli Abdeslam, il quotidiano belga 'Le Soir', che ha preso conoscenza di un rapporto confidenziale del comitato di valutazione dell'operato della polizia, rivela che i due non sono stati sorvegliati come avrebbero dovuti dai servizi antiterrorismo per mancanza di mezzi finanziari, cosa che ha portato alla chiusura del loro dossier sebbene fossero sospettati di un'imminente partenza per la Siria.
Salah e Brahim vengono sentiti a inizio 2015 dalla polizia, ma il loro caso finirà tra i «dossier rossi», ovvero quelli urgenti ma per cui non ci sono le risorse finanziarie per occuparsene. Tutte le cellule antiterrorismo belghe vengono contattate, ma tutte rispondono di non avere il personale per sorvegliare i due fratelli. Il 21 aprile 2015, nemmeno 7 mesi prima degli attentati di Parigi dove parteciperanno entrambi e in cui Brahim si farà esplodere al caffè Comptoir Voltaire, il loro dossier viene quindi chiuso.
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