ROMA. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha l'intenzione di annunciare oggi l'invio di 250 militari supplementari in Siria per aiutare le forze locali a combattere l'Isis, «aumentando in maniera significativa» il finora marginale coinvolgimento Usa nel paese mediorientale. Lo scrive il Wall Street Journal online. L'indiscrezione raccolta dal quotidiano newyorchese di Rupert Murdoch arriva poche ore dopo una conferenza stampa congiunta con la cancelliera tedesca Angela Merkel ad Hannover, nel corso della quale Obama si era di fatto detto contrario alla creazione di aree protette in Siria per tutelare i numerosi profughi. L'inquilino della Casa Bianca, poche ore prima, in una intervista alla Bbc aveva detto inoltre che inviare truppe di terra in Siria sarebbe «un errore» per chiunque, «Stati Uniti in Gran Bretagna». Ovviamente non si parla di «boots on the ground», cioè di scarponi militari sul terreno, ossia un intervento di terra, ma la decisione di Obama, se verrà com'è probabile confermata oggi, rappresenta un salto di qualità nella lotta degli Stati Uniti contro l'Isis, in un paese, la Siria, in cui ancora oggi il presidente degli Stati Uniti ha detto di privilegiare una soluzione anzitutto politica. Nei giorni scorsi, il New York Times aveva già ipotizzato l'invio di fino a 200 militari delle Forze speciali in Siria per addestrare ed assistere i ribelli sul campo. L'intenzione di incrementare il numero delle forze speciali in assistenza ai ribelli siriani si aggiunge alla possibilità di usare elicotteri d'attacco per combattere i miliziani in Iraq, sempre secondo il Nyt. In Siria quindi Washington sarebbe pronta ad impiegare nuove forze in aggiunta circa alle 50 già operative per assistere i ribelli siriani il cui ruolo sul terreno è sempre più cruciale, in particolare nella riconquista di Raqqa, la capitale di fatto dello Stato Islamico.