WASHINGTON. Gli Stati Uniti continuano a premere sul governo egiziano perchè garantisca che l'indagine sull'uccisione di Giulio Regeni «sia condotta in modo completo e trasparente» e «collabori con i funzionari italiani che sappiamo essere parte di questa indagine»: lo riferisce una nota del dipartimento di Stato citando il portavoce John Kirby.
Quest'ultimo ha detto di non essere in grado di confermare i dettagli della indiscrezioni, veicolate dalla Reuters, secondo cui il ricercatore friulano sarebbe stato fermato dalla polizia egiziana e poi trasferito ai servizi di sicurezza nel giorno in cui scomparve. Ma a suo avviso i dettagli venuti alla luce sin dalla sua morte «hanno sollevato interrogativi sulle circostanze del suo decesso che crediamo possano ricevere una risposta solo attraverso una inchiesta imparziale e completa».
Kirby ha confermato che Kerry, incontrando i vertici egiziani, ha sollevato la questione dei diritti umani ma non ha dettagli sui colloqui e quindi non ha saputo dire se il segretario di Stato è entrato nel merito del caso specifico. Tuttavia Kirby ha sottolineato che la convinzione che solo una indagine imparziale e completa sia il modo giusto per ottenere la verità «è qualcosa che abbiamo dichiarato in numerose occasioni pubblicamente e privatamente».
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