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Il governo di Tripoli si arrende e cede il potere al premier Sarraj

ROMA. Una settantina di deputati del Congresso di Tripoli (Gnc) hanno dichiarato ieri in serata il
proprio appoggio al governo del premier designato Fayez Sarraj e lo scioglimento dell'organismo, ora definito «Consiglio di Stato».

L'incontro, presieduto dal vicepresidente del Gnc Saleh Makhzoum, ha radunato circa 94 deputati, secondo i media. Ma per un altro gruppo di rappresentanti che non hanno partecipato, l'incontro è illegale.

Ieri il governo del Gnc, guidato dal premier Khalifa Ghwell, ha annunciato le proprie dimissioni. La notizia è rimbalzata nella serata quando un comunicato dell'esecutivo dei 'ribelli' di Al Ghwell ha annunciato di "cessare le proprie funzioni esecutive, ministeriali e presidenziali per mettere fine allo spargimento di sangue e alla divisione del paese".

Lasciando, di fatto, il potere all'esecutivo Sarraj, sostenuto dalle Nazioni Unite, mentre resta ora il nodo Tobruk. Il Parlamento di Tobruk ha infatti respinto ieri le sanzioni dell'Onu contro Aguila Saleh, il presidente dell'Assemblea che ancora non ha dato alcuna luce verde al governo Sarraj.

E il governo di Abdullah al-Thinni, nominato da Tobruk, continua ad alzare muri con il ministero della Giustizia che ha bollato come "illegale" le attività del Consiglio presidenziale. E, intanto, è corsa alla riapertura delle ambasciate a Tripoli. La Tunisia annuncia il ripristino della sua sede, mentre Parigi vuole farlo "nel più breve tempo possibile".

Intanto Ansar al Sharia, il gruppo jihadista attivo nell'est della Libia, ha pubblicato un manifesto nel quale definisce il premier designato Fayez al Sarraj "il nuovo Karzai della Libia", in riferimento al presidente afghano, e rivendica due attacchi a Bengasi contro le forze filo-governative. Lo riferisce il Site.

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