BEIRUT. Una fossa comune contenente una quarantina di corpi, tra cui minori, è stata rinvenuta a Palmira, secondo quanto riferito da fonti militari di Damasco, sette giorni dopo la riconquista da parte delle truppe governative della città nella Siria centrale, nota per il sito archeologico considerato dall'Unesco patrimonio mondiale, per dieci mesi in mano all'Isis.
La notizia non è verificabile in maniera indipendente sul terreno. Difficile anche la conferma di quanto riportato, da fonti militari curdo-irachene secondo cui l'«esperto di missili e mortai» dell'Isis in Iraq è stato ucciso in un raid aereo nei pressi di Mosul, roccaforte jihadista nel nord dell'Iraq.
Secondo il sito Internet curdo-iracheno Rudaw, Abdel Aziz Hasan, meglio noto come Jasim Khadija, è stato ucciso nel distretto di Ghyarah vicino Mosul in un bombardamento aereo della Coalizione anti-Isis guidata dagli Usa. Non è chiaro quando il leader jihadista sia stato ucciso, ma nei giorni scorsi il Pentagono aveva diffuso la notizia dell'uccisione di tre leader militari di spicco dello Stato islamico. Mentre sminatori russi sono al lavoro nel perimetro archeologico di Palmira in parte danneggiato dalla presenza jihadista del 2015 e dalla repressione governativa delle proteste anti-regime scoppiate nel 2011, i media controllati da Damasco hanno riferito del rinvenimento di «42 corpi, alcuni senza testa, in una fossa comune nella periferia nord-orientale della città moderna di Palmira».
Secondo l'agenzia siriana Sana, che cita fonti militari, la fossa conteneva corpi di uomini, donne e minori, alcuni decapitati, altri con fori di pallottole al cranio. Delle 42 vittime, circa la metà sono militari e miliziani lealisti, mentre 24 risultano essere civili. E tra questi figurano tre minori, ma la loro età non è stata precisata. I corpi sono stati trasferiti all'ospedale di Homs, capoluogo della regione, e alcuni sono stati identificati secondo la Sana.
Palmira è stata riconquistata dalle truppe di Damasco domenica scorsa dopo un'offensiva durata settimane e sostenuta in maniera decisiva dall'aviazione russa e dalle milizie libanesi e irachene filo-iraniane. L'Isis aveva preso Palmira nel maggio 2015 quando i governativi si erano ritirati improvvisamente lasciando sguarnita la città al centro di una regione strategica, ricca di campi di gas naturale e crocevia di collegamenti viari. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus), nei circa dieci mesi di presenza dell'Isis i jihadisti hanno ucciso 280 persone. Hanno anche danneggiato in maniera irreparabile alcuni monumenti dell'area archeologica. Archeologi siriani del dipartimento delle antichità di Damasco ritengono che ci vorranno almeno cinque anni per restaurare le opere distrutte.
Caricamento commenti
Commenta la notizia