«In questo lavoro, chi afferma di essere più bravo di un altro fa soltanto sfoggio di imbecillità». Il generale Maurizio Navarra, l'esperto di "intelligence" che è stato ai vertici del Sisde - l'agenzia per la sicurezza nazionale, sostituita nel 2007 dall'Aisi - e della Guardia di Finanza, predica umiltà nella lotta al terrorismo jihadista. Solo un'illusione ritenere che l'Italia sia in grado di prevenire attacchi come quelli avvenuti in Belgio e Francia? «Non avere avuto attentati in territorio italiano non è, non può essere il risultato della sola efficienza della nostra intelligence o dell'attività della nostra diplomazia e di quella politica condotta all'estero e in Italia. Oppure della preparazione e del funzionamento dell'apparato preventivo e repressivo, cioè del lavoro quotidiano di magistratura, forze di polizia e forze armate. È piuttosto un insieme di tutti questi elementi. Ritengo sia un esercizio inutile e pericoloso tentare di individuare quale sia la componente prevalente o più importante: non dimentico assolutamente quel pizzico di fortuna che non guasta mai. Soltanto una cosa è certa. Il nostro sistema di prevenzione sa lavorare bene... malgrado qualche peccatuccio che non dico, per non favorire il "nemico"! Continuo a sperare che nessuno tenti di mettere fretta alla nostra intelligence, militare e civile, permettendo così agli operatori di continuare a lavorare bene e con molta attenzione». L'Isis sembra volere rispondere in Europa alle sconfitte che sta subendo sul fronte mediorientale. Dopo dieci mesi di massacri e devastazioni, la città di Palmira è tornata sotto il controllo siriano. Siamo davvero a una svolta nella guerra al Daesh? «La Siria di Assad fu definita uno "Stato canaglia" con un dittatore che dominava il proprio paese mediante un regime non democratico, minoritario e repressivo. Un regime dichiaratamente anti israeliano, non va dimenticato. La cosiddetta "primavera araba" avrebbe dovuto spazzare via, come in altri Stati, questo grumo e portare la Siria alla democrazia facendole percorrere un sentiero gioioso, facile, di ampio consenso popolare ed internazionale...». Costretti, dunque, a rivalutare la Siria di Bashar al-Assad? «All'interno di quello laico Stato canaglia, le religioni convivevano tra loro in accordo, non esistevano persecuzioni, non veniva sgozzato nessuno. E nessuno neppure sognava di far saltare in aria antiche vestigia romane che venivano adeguatamente sfruttate a fini turistici». Su quel fronte militare, decisivi i raid russi: «Quaranta soltanto nelle ultime 24 ore», ha sottolineato sabato il ministero della Difesa moscovita. Numero eloquente, se confrontato con quelli decisamente più esigui che la coalizione a guida Usa ha potuto esibire nel recente passato? «Sarebbe il caso di cominciare a chiedersi chi sia il padrone vero delle nere bandiere dell'Isis, quale interesse economico e politico nasconda e persegua, a chi interessi realmente destabilizzare la nostra vecchia Europa. Qualcuno dovrebbe tornare a leggere i media che hanno osannato alla "primavera araba", per comprendere se è valsa la pena sostituire vecchi o nuovi rais con regimi teocratici pericolosissimi». A chi si riferisce? «In questa nostra Europa si agitano signori talvolta formalmente composti, talvolta apparentemente scombinati che non fanno altro che manovrare danaro o urlare a gran voce, per tentare di creare o approfondire scontri che vorrebbero farci fare un salto indietro di almeno mezzo secolo. Noi, invece, prestiamo maggiore attenzione agli arbitraggi delle partite di calcio e ci sbracciamo perchè juventini o anti-juventini». Secondo l'Interpol, sarebbero almeno 250 mila i passaporti siriani e iracheni contraffatti a disposizione dei «professionisti del jihad». Per loro, un gioco infiltrarsi fra i profughi. Inevitabile ripensare le politiche dell'accoglienza? «Una bella "ola", entusiastica e profonda, a chi ha provocato questa situazione di crisi che ha reso di fatto incontrollabili ed incontrollati i flussi migratori. E noi contiamo i passaporti che potrebbero essere falsi o falsificati?». In nome del rispetto del diritto alla privacy, intanto, l'Unione Europea continua a rinviare la creazione del Registro dei passeggeri aerei. Errore fatale? «Impediamo gli attentati con registri ben ordinati, magari elettronici, telematici, collegati ad archivi occhiuti ed aggiornati. Poi, arriva un Ciccillo Babollà qualsiasi, di nazionalità italiana, francese o comunque europea, che si fa bomba intelligente, magari pure laureata e si fa esplodere provocando una strage. Dimenticavo, però, di aggiungere una cosa». Dica pure. «Dopo la bomba, dopo i morti, un piccolo esercito di presidenti di qualcosa si darà da fare per esprimere il suo cordoglio, la sua solidarietà e, forse, la sua condanna purché la prevenzione non sia troppo invadente, purché la repressione sia autenticamente democratica. Chiedo scusa ai vostri lettori, ma sono veramente stanco di sentire che un sospetto terrorista, già condannato e segnalato, possa andarsene a spasso vicino ai miei figli o ai miei amici!».