Lunedì 23 Dicembre 2024

Le forze Usa contro l'Isis, ucciso il numero due del Califfato

ROMA. «Stiamo sistematicamente eliminando il governo dell'Isis». Così il capo del Pentagono, Ash Carter, ha annunciato l'uccisione in un'operazione americana di colui che è ritenuto il numero due nella linea di comando dello Stato Islamico, secondo soltanto al leader al Baghdadi e considerato il «ministro delle finanze» del Califfato. È Abd al-Rahman Mustafa al-Qaduli, detto Haji Imam. Un leader religioso cui veniva attribuita grande influenza all'interno dello Stato Islamico e il cui attivismo estremista lo riconduceva ad al Qaida ed Osama bin Laden. Nato a Mosul in Iraq 57 anni fa, secondo le informazioni diffuse, era tra i 'most wanted' dagli americani, con una ricompensa fissata a sette milioni di dollari per chiunque avesse fornito informazioni su di lui. Seconda solo a quella prevista per al Baghdadi, di 10 milioni di dollari. Risulta che fosse in Afghanistan alla fine degli anni '90 e che nel 2004 si unì ad al Qaida diventando il numero due del leader della rete terroristica in Iraq, al Zarqawi, ucciso da un drone americano nel 2006. Fu catturato e imprigionato. Ma nel 2012 era già in Siria, stando alle ricostruzioni e fu perfino dato erroneamente per morto in uno strike americano in Iraq lo scorso aprile. Washington avrebbe preferito catturarlo vivo. Carter in conferenza stampa non ha fornito dettagli sul dove e come dell'operazione, ma da fonti informate Haji Imam sarebbe stato ucciso in Siria, ma quasi 'per errore". Perchè vivo sarebbe stato una risorsa potenzialmente formidabile nella lotta all'Isis, come fino ad ora gli Usa e i suoi partner non sembrano aver raggiunto. «Qualcosa è andato storto e invece di catturarlo è stato ucciso», secondo quanto riferito da fonti ai media americani. Si tratta comunque di un buon colpo per il Pentagono, che può così parlare oggi di una strategia «coerente» ed efficace nello smantellare i vertici dell'organizzazione terroristica che tiene in mano le angosce del mondo. Carter, pur non confermando specifici legami di Haji Imam con i fatti di Bruxelles, ha tuttavia sottolineato come «non ci sono dubbi sul fatto che i personaggi nel mirino delle operazioni Usa facciano parte di quell'apparato dell'Isis in Siria e Iraq che lavora per reclutare e motivare foreign fighters, rivolgendosi a coloro che ritornano in Europa e altrove da Iraq e Siria, oppure semplicemente attraverso Internet e altri mezzi di comunicazione». Ed è la seconda figura di spicco dell'Isis eliminata in operazioni americane nell'ultimo mese, ha inoltre sottolineato il responsabile della Difesa. Il riferimento è all'uccisione all'inizio del mese in Siria di Omar al-Shishani, definito il «ministro della Guerra» dello Stato Islamico. «La campagna (contro l'Isis ndr) - ha detto ancora Carter - è in questa fase chiaramente a nostro vantaggio».

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