BRUXELLES. "Non auguro a nessuno di vedere la scena che mi sono trovato di fronte io" stamani all'uscita della metro di Maalbeek. "E' stato terrificante". Massimo Medico, da San Cataldo (Caltanissetta), impiegato presso una ditta che si occupa di logistica per conto della Commissione Ue a Bruxelles, trattiene a stento le lacrime. "Ero al lavoro in un edificio vicino ad una delle uscite della metropolitana quando ho sentito un grande boato e sono sceso in strada" con i miei colleghi. "Non erano ancora arrivati i soccorsi ed abbiamo prestato il primo aiuto come potevamo", racconta ancora sotto shock. "C'era odore di bruciato. Persone ferite. Non posso dire le immagini scioccanti. Ho visto una bambina ustionata, con i capelli bruciati, uno dei miei colleghi" la teneva in braccio. "C'era anche una neonata, non credo fosse ferita", aggiunge Medico, ma la descrizione si inceppa. Le parole trovano difficoltà a farsi strada in mezzo alla commozione. "La gente urlava, piangeva, erano feriti, bruciati, con dolori dappertutto. Abbiamo cercato di metterli al riparo nel miglior modo possibile. Nel frattempo sono cominciate ad arrivare le ambulanze. Abbiamo dato una mano anche a loro, perché all'inizio erano pochi. Abbiamo cercato di fare il meglio possibile". Anche Rodolph Devilles, uno dei colleghi di Medico, è stato tra i primi ad andare in strada per portare soccorso. Ha una coperta sulle spalle. Sotto indossa solo la maglietta a maniche corte. "Questa coperta? Me l'hanno data i pompieri - spiega -. Giacca e maglione li ho usati per portare conforto ai feriti. Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto. La gente era impaurita, disorientata, anche parlare con loro era un modo per aiutarli".