BAGHDAD. È salito a 73 il bilancio delle vittime del duplice attentato suicida di ieri in un mercato di Sadr City, il distretto sciita della capitale irachena Baghdad. Lo hanno reso noto funzionari iracheni.
L'Isis fa strage a Baghdad, in uno degli attacchi più sanguinosi degli ultimi mesi: sono almeno 73 i morti in un duplice attentato suicida in un affollato mercato di Sadr City. E il bilancio potrebbe drammaticamente aumentare, si contano infatti oltre 100 feriti, molti in gravi condizioni.
Altre 17 persone, in gran parte militari, sono rimaste uccise nell'assalto a un centro di comando di Abu Ghraib, distretto occidentale della capitale, tristemente noto per il suo carcere, che fu teatro degli abusi e delle torture commessi dagli statunitensi ai danni dei prigionieri iracheni. E si contano almeno 14 vittime civili in due attentati dinamitardi nella cittadina a maggioranza sunnita di Mahmoudiya, 30 chilometri a sud di Baghdad, e nel vicino distretto di Dora. «Le nostre spade non smetteranno di tagliare le teste degli apostati sciiti», è la rivendicazione dei jihadisti che a Sadr City hanno preso di mira un mercato di telefonia.
La dinamica è la stessa utilizzata in altri drammatici attacchi: un kamikaze a bordo di una moto si è fatto esplodere accanto ai banchi dei venditori. Un altro è entrato in azione pochi minuti dopo, facendo strage tra la folla che tentava di soccorrere le vittime. L'effetto è stato devastante: i testimoni parlano di un mercato trasformato in un lago di sangue, brandelli di corpi ovunque, misti a resti di indumenti e
telefoni fatti a pezzi.
Poche ore prima i jihadisti avevano lanciato un'assalto poderoso contro Abu Ghraib, che sorge a metà strada tra Baghdad e Falluja, roccaforte dei dei seguaci di Abu Bakr al Baghdadi. In azione almeno sei brigate di miliziani. Tre attentatori suicidi a bordo di autobomba hanno aperto la strada all'assalto dei jihadisti, armati con lanciagranate e fucili automatici. I combattimenti sono proseguiti per diverse ore. Il bilancio è di 17 morti tra i militari e le milizie armate alleate, 14 tra i jihadisti. I governativi sono riusciti a respingere l'attacco, e hanno deciso di imporre il coprifuoco.
Secondo gli analisti, la battaglia in Iraq contro lo Stato islamico è ancora lontana dalla vittoria, e lo dimostra proprio la capacità dei jihadisti di colpire il cuore di Baghdad e di altre città che non sono sotto il loro controllo. Intanto, le forze irachene si preparano all'assalto finale contro Mosul, la 'capitalè irachena dell'Isis oltre 400 chilometri a nord di Baghdad, anche grazie all'aiuto dei soldati turchi, che stazionerebbero a nord della città - sarebbero almeno 2.000 unità delle brigate corazzate.
Ma l'avanzata stenta a decollare, nonostante i massicci bombardamenti della Coalizione a guida statunitense. L'Isis stretto alle corde si prepara alla battaglia. E per mantenere compatti i ranghi è costretto a giustiziare pubblicamente i miliziani che tentano di fuggire. Nel distretto di al-Hidr District, a sud di Mosul, 12 jihadisti sono stati "giustiziat" nella piazza principale. Erano accusati di aver
abbandonato le armi e di essersi rifiutati di combattere.
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