Lunedì 23 Dicembre 2024

Ascoltava "musica occidentale", l'Isis decapita un giovane 15enne

BEIRUT. Un giovane iracheno di 15 anni è stato decapitato dall'Isis perché ascoltava "musica occidentale": è accaduto a Mosul, roccaforte jihadista nel nord dell'Iraq, secondo testimonianze locali non verificabili in maniera indipendente. Si allunga così la lista di orrori attributi ai seguaci del 'califfo' Abu Bakr al Baghdad tra Iraq e Siria: oltre alle decapitazioni di presunte spie, giornalisti, 'apostati', sono stati segnalati casi di donne "adultere" frustrate e lapidate, di cittadini accusati di essere omosessuali e per questo gettati dai piani alti dei palazzi. Da Mosul in particolare ogni giorno trapelano voci di crimini perpetrati dallo Stato islamico ma non vi sono giornalisti in città in grado di confermare o smentire simili racconti. La fonte questa volta è Ara News, un sito di notizie curdo-siriano. I curdi in Siria e in Iraq sono i principali nemici dell'Isis e la regione di Mosul è contesa proprio tra le forze curdo-irachene e i jihadisti. La cronaca riferita da Ara News racconta della decapitazione pubblica di Ayham Hussein, 15enne figlio di un fruttivendolo di un mercato a Mosul. Secondo le fonti, il giovane era stato arrestato dalla polizia dell'Isis - la hisba - nel mercato di Nabi Yunis, quartiere occidentale di quella che era la seconda città dell'Iraq e che dall'estate del 2014 è stata conquistata dai jihadisti senza che le forze governative di Baghdad avessero opposto resistenza. Il ragazzo ascoltava "musica occidentale" e per questo andava giustiziato: la sentenza è stata pronunciata poco dopo l'arresto dal tribunale locale, la corte sciaraitica che basa la sua autorità sulla sharia, la legge religiosa islamica. La decapitazione è avvenuta - secondo Ara News - in una piazza pubblica di Mosul, ma non vi sono foto o video che confermino il crimine. Ara News pubblica immagini di archivio, senza data e senza precisare il luogo. Come prescrive la norma, in vigore anche nei regimi 'laici' di Iraq e Siria, il corpo del condannato a morte deve essere poi consegnato alla famiglia. E così è avvenuto anche nel caso del 15enne di Mosul, come riferisce il sito curdo Ara News. La settimana scorsa i jihadisti dell'Isis hanno ucciso due giovani di 22 e 25 anni perché non si erano presentati in moschea per le consuete preghiere, aggiunge il sito Internet. "Sono stati uccisi entrambi davanti alla moschea di Aisha, nel quartiere di Al Nour", ha denunciato l'attivista Abdulah al Malla parlando ad Ara News. Secondo il sito 'Iraqi News', inoltre, due settimane fa il tribunale sciaraitico aveva emesso un parere giuridico non vincolante (fatwa) contro chiunque avesse deciso di celebrare San Valentino, festività considerata "occidentale" e quindi vietata.

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