NEW YORK. In America c'è razzismo. E per sconfiggerlo, Hillary Clinton presenta un piano da 125 miliardi di dollari per aiutare le comunità più povere, quelle «lasciate indietro, come Harlem e la South Carolina rurale». L'obiettivo è quello di «abbattere le barriere». L'ex segretario di stato cita l'esempio di Flint, la cittadina del Michigan alle prese con la crisi dell'acqua al piombo, per mostrare le difficoltà delle comunità afroamericane. E difende il presidente Barack Obama, «demonizzato» dai repubblicani, che contro di lui usano un «linguaggio razzista cifrato». Intervenendo a Harlem, non risparmia Bernie Sanders, accusato di voler costruire rapporti con i leader afroamericani a poche settimane dal voto. «Non basta dire 'riduciamo la taglia delle banchè. Serve un piano per creare posti di lavoro, soprattutto dove la disoccupazione è elevata». «Immaginate se i bambini bianchi avessero il 500% di chance in più di morire di asma rispetto ai bambini neri. Immaginate se un bambino bianco del South Carolina avesse il doppio delle chance di un bambino nero di morire prima di compiere il primo anno di vita», denuncia Clinton. «Non ci sono solo problemi di disuguaglianza economica. Ci sono problemi di disuguaglianza razziale e dobbiamo dirlo forte e chiaro», mette in evidenza Clinton. «C'è qualcosa di sbagliato quando ragazzi afroamericani vengono arrestati per crimini futili e amministratori delegati bianchi la scampano derubando l'economia», aggiunge Hillary. Ma i tweet sul razzismo dell'ex segretario suscitano critiche. «Gli americani bianchi devono ascoltare di più gli afroamericani quando parlano delle barriere che incontrano ogni giorno», twitta Hillary, aggiungendo che «dobbiamo riconoscere il nostro privilegio ed essere umili, invece che assumere che le nostre esperienze sono le esperienze di tutti». Il riferimento al «nostro privilegio» non è visto bene dalla rete, che la critica. L'affondo di Hillary segue l'incontro con i leader afroamericani, incluso il reverendo Al Sharpton, e arriva a pochi giorni dal voto in South Carolina e Nevada, dove le minoranze rappresentano una quota importante dell'elettorato democratico.