NEW YORK. "Today I'm a newyorker!". Così Sergio Mattarella ha salutato a New York - scatenando l'applauso - i rappresentanti della comunità italo-americana che si sono riuniti negli spazi del Guggenheim museum per conoscere da vicino il nuovo presidente italiano. Folla e tanta curiosità nella hall del famoso museo in occasione di un ricevimento organizzato dalla Conferenza dei Presidenti delle maggiori organizzazioni italo-americane, a partire dalla potente NIAF.
"Benvenuto nel club dei siciliani", gli ha detto il Governatore dello stato di New York Andrew Cuomo che ha fatto il padrone di casa in assenza del sindaco Bill de Blasio che però Mattarella dovrebbe incontrare prima di partire per Houston, ultima tappa di questo tour americano. Sì perche' in tanti erano curiosi proprio di conoscere il primo presidente siciliano della storia della Repubblica anche se Mattarella ha cercato di schermirsi ricordando di essere il presidente degli italiani. Ma Cuomo era scatenato e ha toccato le corde profonde degli intervenuti ricordando più volte quanto i circa tre milioni di italo-americani dello Stato siano "orgogliosi di essere americani e altrettanto fieri di mantenere vive le tradizioni italiane".
"Mi sento davvero a casa", ha risposto il capo dello Stato che lodato la capacità di accoglienza degli "States" sin dalla fine dell'ottocento: una vera "lezione" di democrazia per quest'Europa che sembra aver dimenticato i valori della solidarietà e i propri momenti bui quando tanti europei furono costretti a lasciare il Continente. Non a caso oggi Mattarella visiterà anche Ellis Island, il principale porto di ingresso per gli Usa dal 1892 da dove negli anni sbarcarono quasi quattro milioni di italiani "carichi di paure e di fiducia". Oggi "tutti orgogliosamente americani che amano le origini italiane", ha osservato. "Today I'm newyorker", ha detto Mattarella riflettendo sul senso di una intensa visita Ground Zero, dove l'11 settembre morirono quasi tremila persone, senza distinzione di razza e di provenienza. La maggior parte dei caduti erano stati accolti dagli Stati Uniti. "A New York ognuno viene da qualche parte e ogni pezzo del mosaico che ci compone è unico. Noi siamo orgogliosi di questo", ha assicurato Cuomo.
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