WASHINGTON. A poche ore dai caucus dell'Iowa che danno inizio alle primarie e di fatto alla corsa per la successione di Barack Obama alla Casa Bianca, gli occhi di tutti sono puntati sui favoriti nei sondaggi, Donald Trump e Hillary Clinton, i frontrunner repubblicano e democratica, quelli da battere nel rush finale dagli sfidanti per la nomination. È così in corso il 'faccia a faccià con il Paese nell'esercizio di democrazia dal basso che vede protagonista il popolo dell'Iowa, il 'granaio d'Americà, il cui verdetto è destinato a dare un'impronta significativa per le presidenziali 2016. E tutti sperano. Perchè se Trump è saldamente in testa per il fronte repubblicano in Iowa con il 28% delle preferenze secondo l'ultimo sondaggio prima del voto, il senatore del Texas e beniamino dei Tea Paty Ted Cruz incalza con il 23%, e anche Marco Rubio, che sembra emergere come l'alternativa moderata attirando crescente interesse, cresce lievemente e si assesta al 15%. Sul fronte opposto intanto si consuma il testa a testa Hillary Clinton-Bernie Sanders: stando allo stesso rilevamento Des MoinesRegister/Bloomberg, Hillary è in vantaggio ma di poco con il 45% delle preferenze, mentre Sanders è al 42%. Per quest'ultimo l'affluenza è tutto: c'è il sole a Des Moines e le temperature sono straordinariamente miti per il periodo, ma si attende un calo repentino e una tempesta di neve a breve. Potrebbe essere così il caso a decidere se l'outsider potrà davvero infliggere una dolorosa sconfitta alla favorita, sconfitta ancor più cocente perchè ricorderebbe la pesante battuta d'arresto subita da Hillary nel 2008 proprio in Iowa contro l'allora senatore dell'Illinois Barack Obama. Intanto a dare sostegno a Hillary è sceso in Iowa il clan Clinton al completo. Con la candidata a incontrare i partecipanti alle assemblea da un capo all'altro dello Stato ci sono Bill e Chelsea: quest'ultima sale sul palco con la madre tappa dopo tappa, mentre in zona si aggira anche Charlotte, la nipotina dell'aspirante presidente. ' A distanzà ma c'è, accompagnata dal papà Marc Mezvinsky. E intanto in uno dei molti eventi elettorali, l'invito è a partecipare accogliendo «Hillary e il presidente Bill Clinton». Anche Jeb Bush è accompagnato dalla famiglia, a Sioux Center nel nordovest dell'Iowa arriva con il figlio Jeb Jr e la figlia Noelle. «Questa è una questione di famiglia», dice aprendo il suo intervento. Ma non basta. Nemmeno la 'febbre della politicà che pervade l'Iowa fa parlare di Jeb. Gli occhi sono puntati sullo scontro Trump-Cruz. E allora se alcune della differenze sono evidenti (l'esuberanza del magnate è inimitabile), è sulle sfumature delle similitudini che si gioca la partita, con opinione diffusa che su questo territorio è Cruz ad avere più presa. Così è guerra di messaggi e botta e risposta a distanza fra i due. «Sono più umile di quanto molta gente pensi», afferma Trump, ostentando però fiducia sull'esito delle primarie: «Nessuno degli altri vincerà». «Mi piace Trump, è audace e impertinente. Ma le sue politiche sono troppo liberal», risponde Cruz.