NEW YORK. La corsa alla Casa Bianca è ufficialmente ai nastri di partenza. Con il voto in Iowa parte la lunga strada che porta a Pennsylvania Avenue 1600. I candidati dei due partiti in testa ai sondaggi, Ted Cruz e Donald Trump fra le fila repubblicane e Hillary Clinton e Bernie Sanders fra i democratici, si danno battaglia all'ultimo voto ostentando calma e sicurezza. Quella che rischia di più è però Hillary, "condannata" a vincere. Si gioca molto anche Trump che, dopo il successo televisivo, va ora alla prova del voto.
Il New York Times, che ne sostiene la candidatura alla nomination democratica, descrive la Clinton come una delle aspiranti alla Casa Bianca «più qualificate della storia moderna», la «scelta giusta per i democratici». Sanders non ha, secondo il quotidiano, la statura e l'esperienza per il ruolo di presidente. E anche se molte delle sue idee sono condivisibili, la ricetta per arrivarci è «irrealistica». Fra i candidati repubblicani, il Nyt sceglie l' 'underdog', lo sfavorito, John Kasich, che rappresenta «l'unica scelta plausibile». Cruz e Trump incassano invece sonore bocciature
dall'editorial board del quotidiano. Trump perchè «non ha l'esperienza nè l'interesse a imparare», mentre Cruz è in corsa solo per «ambizione» e «direbbe qualsiasi cosa per vincere».
Dopo la sconfitta bruciante del 2008 inflittale dall'allora poco conosciuto senatore dell'Illinois Barack Obama, Hillary si gioca tutto in quella che potrebbe essere - per motivi anagrafici - la sua ultima chance presidenziale. In una posizione già scomoda, l'ex segretario di Stato si trova fare i conti con un Sanders che in pochi si aspettavano così in alto da insidiarla. Ma anche con uno scandalo, quello delle email, che
continua a perseguitarla, intralciandole la strada dopo le critiche per Bengasi. A due giorni dal primo voto, il Dipartimento di Stato ha ammesso per la prima volta che alcune delle mail transitate sul server privato di Hillary sono 'top secret' e, per questo, non saranno pubblicate.
L'emailgate, insieme ai vari tentativi di riportare a galla i tradimenti del marito, rischia di pesare sulla campagna dell'ex First Lady che
ha più volte negato l'esistenza di mail classificate. Le critiche non si sono fatte attendere dopo l'annuncio del Dipartimento di Stato, con molti che hanno bollata la Clinton come «una bugiarda» e con i repubblicani in pressing perchè vengano prese azioni disciplinari.
Sanders, testa a testa con Hillary in Iowa e in New Hampshire, non sembra voler affondare troppo, limitandosi a dire che «gli elettori meritano un confronto su temi seri». Ma fra i due candidati democratici i toni sono saliti nelle ultime settimane, con Hillary che si è sentita 'minacciatà nei sondaggi. Clinton e Sanders avranno quattro occasioni in più per confrontarsi direttamente: i loro staff si sono detti d'accordo
su quattro nuovi dibattiti e attendono ora il via libera del Comitato Nazionale Democratico.
A guardare a distanza ma con un forte interesse la campagna è Michael Bloomberg, che potrebbe scendere in campo come indipendente. Una decisione è attesa per gli inizi di marzo, allo scadere della presentazione delle candidature. Chuck Hagel, l'ex segretario alla Difesa americano, lo ha esortato a candidarsi perchè Cruz e Trump, a suo dire, sono «pericolosi».
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