DAMASCO. Almeno 71 persone sono morte e altre sono rimaste ferite in seguito ad una triplice esplosione avvenuta a Damasco, vicino a un santuario sciita. L'attentato si è verificato vicino al Sayyidah Zainab Shrine, a sud della capitale, luogo di pellegrinaggio. Lo riferisce l'agenzia di Stato Sana che parla anche di 110 feriti. Lo Stato islamico ha rivendicato il duplice attentato. Lo riferisce Al Jazeera. Sono tre le esplosioni avvenute nel quartiere sciita. In base a quanto si apprende, i terroristi hanno prima fatto esplodere un'autobomba vicino ad una stazione degli autobus: quando le persone si sono avvicinate per aiutare i feriti, due kamikaze si sono fatti saltare in aria. Sul fronte siriano, intanto, i riflettori sono puntati sui colloqui di Ginevra mediati dall'Onu, per ora senza faccia a faccia tra regime e opposizione, anche se nel frattempo gli Usa hanno incassato l'ok dell'Olanda ai raid contro lo Stato islamico nell'est del Paese. Mercoledì, Kerry sarà a Londra per la quarta conferenza dei donatori. "L'Europa sta già facendo molto e deve fare ancora di più per lottare unita contro la minaccia terroristica", ha sottolineato il sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi, insistendo su una maggiore cooperazione di polizie e intelligence e sulla prevenzione. Il governo siriano ha fatto sapere che non accetterà mai la rimozione di due gruppi di combattenti islamici dalla lista delle organizzazioni terroristiche bandite dai colloqui sulla Siria in corso a Ginevra. Lo ha detto il ministro dell'informazione siriano Omar el Zoubi. Ahrar al-Sham e l'Esercito dell'Islam, hanno dato il loro consenso a partecipare ai colloqui sotto l'egida dell'Onu. Ahrar al Sham non fa parte della delegazione mandata a Ginevra, ma ha nominato come suo negoziatore Mohammed Alloush dell'Esercito dell'Islam. Mentre tutti i partecipanti ai colloqui sono d'accordo sull'esclusione dal negoziato dei qaedisti del Fronte al Nusra e dei jihadisti dell'Isis, su questi altri due movimenti non c'è una visione comune. Il regime di Damasco e Mosca li vogliono fuori, mentre le altre componenti che combattono contro il regime di Damasco sono d'accordo sulla loro partecipazione nonostante le divergenze ideologiche. Il santuario fu già preso di mira nel febbraio del 2015, quando 4 persone morirono in due attacchi suicidi e altre 13 rimasero ferite vicino ad un checkpoint nello stesso quartiere. Nello stesso mese, un'esplosione su un bus sul quale viaggiavano pellegrini sciiti diretti al mausoleo di Sayyida Zeinab provocò 9 morti. L'attentato fu poi rivendicato dal gruppo armato di al-Nusra.