NEW DELHI. La Corte Suprema indiana ha deciso oggi l'estensione della permanenza in Italia del marò Massimiliano Latorre fino al 30 aprile.
In apertura di seduta il legale di Latorre, Sole Sorajbee, ha chiesto l'estensione della permanenza in Italia del fuciliere di Marina fino alla fine della procedura dell'arbitrato avviata all'Aja sulla giurisdizione del caso.
Da parte sua, l'Additional Sollicitor General Pinki Anand ha informato il tribunale che il governo di New Delhi ha bisogno di ulteriore tempo per studiare le implicazioni dell'arbitrato
richiesto dall'Italia. A questo punto, il presidente della seconda sezione della Corte, Anil R. Dave, ha chiesto al magistrato governativo di presentare una documentazione scritta
sulla posizione indiana entro il 13 aprile quando si svolgerà udienza. In questo ambito la Corte ha inoltre deciso l'estensione della permanenza in Italia di Latorre fino al 30 aprile.
Contrariamente a quanto ipotizzato alla vigilia, l'Italia non ha avanzato questioni riguardanti le condizioni di salute di Latorre - in Italia per curarsi dai postumi di un ictus subito a Delhi nel 2014 - ma si è attenuta unicamente alla richiesta legata al procedimento aperto all'Aja.
Intanto, i pescatori del Kerala, nel sud dell'India, sono «allarmati» per la notizia circolata ieri sulla possibilità che il marò Massimiliano Latorre, attualmente in Italia per cure mediche, non rientri in India. Lo riferisce oggi l'agenzia di stampa Ani.
Il responsabile del Kerala Fisheries Coordination Committee, Charles George, ha accusato il premier Narendra Modi di «cedere alle pressioni della comunità internazionali» e di «tradire il popolo».
Anche il segretario della Federazione nazionale dei pescatori, T. Peter, ha criticato il governo di New Delhi per «aver trascurato i diritti dei pescatori ad avere giustizia» per la morte di due colleghi nell'incidente che ha coinvolto i due militari italiani a bordo della petroliera Enrica Lexie nel febbraio 2012.
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