FIRENZE. Avrebbe dovuto verificarsi a Firenze l'attentato dell'Isis che sarebbe stato sventato da Anonymous. È lo stesso gruppo di hackers che, dopo il video del 28 dicembre, lo afferma in un nuovo videomessaggio. Fonti investigative affermano che i riscontri fatti fino ad ora su
tale ipotesi hanno dato esito negativo.
Il 28 dicembre Anonymous aveva fatto sapere nel suo videomessaggio di aver sventato un attentato dell'Isis in Italia, ma senza indicare la località in cui doveva verificarsi e annunciando «maggiori dettagli presto in un video», che ha reso noto oggi.
«Il giorno 25 dicembre 2015 abbiamo ricevuto una segnalazione relativa ad un profilo twitter collegato ai vertici dell'Isis dove era in corso una prima comunicazione su un possibile obiettivo italiano, già stabilito e apparentemente pronto per essere colpito. Quel breve messaggio, in quel momento, indicava che Firenze sarebbe stato un obiettivo entro capodanno», dice Anonymous aggiungendo di «essersi subito attivato per tentare di sventare questo attacco che, comunque, risultato reale o falso, non può essere sottovalutato tenendo conto dei soggetti che ne stavano parlando».
Poi la spiegazione di come il gruppo di hackers si sarebbe mosso: «Abbiamo inscenato una 'talpà all'interno dello stato islamico sfruttando lo stesso account accreditato e facendo credere che qualche fratello infedele ad Allah avrebbe comunicato agli italiani il 'giorno del giudizio di Diò, così impedendo che questo attacco venisse attuato». E poi l'annuncio che #OpParis, l'iniziativa di disturbo e di contrattacco di Anonymous nei confronti di Daesh, non si fermerà.
Fonti investigative hanno affermato che i riscontri finora fatti in proposito hanno dato esito negativo, così come gli accertamenti sull'account twitter dal quale sarebbe partito il messaggio che avrebbe messo sulle tracce gli hackivisti di Anonymous, anche se la polizia postale continua a monitorare la rete. Le stessi fonti investigative sottolineano tuttavia possibile essersi imbattuti in rete in una conversazione tra jijadisti che pianificavano attacchi, ma, in occasione del videomessaggio del 28 dicembre, avevano già definito «difficile e pericoloso, il fatto che il collettivo abbia iniziato un'operazione ad alto impatto, sotto copertura, pericolosa perchè dal finale incerto».
Un'operazione azzardata che, secondo gli investigatori, non sembrerebbe appartenere al modus operandi di Anonymous.
Caricamento commenti
Commenta la notizia