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Uccise ragazzino nero, poliziotto non sarà perseguito: polemica negli Usa

Una foto di Tamir Rice durante le proteste negli Stati Uniti

CLEVELAND. L'agente che ha ucciso il dodicenne afroamericano Tamir Rice a Cleveland non sarà perseguito penalmente. A deciderlo il Grand Jury, in una mossa che alimenterà le polemiche sull'uso eccessivo della forza da parte della polizia, riaccese nei giorni scorsi dall'uccisione, da parte di un agente, di due afroamericani a Chicago. Rice giocava con una pistola giocattolo quando è stato ucciso il 22 novembre 2014, due giorni prima della decisione del Grand Jury del Missouri di non incriminare l'agente che ha ucciso Michael Brown a Ferguson.

Anche se il caso di Cleveland non ha causato la stessa ondata di proteste di Ferguson, la morte di Rice ha alimentato il dibattito che era ed è ancora in corso sul razzismo e la polizia. La famiglia di Rice, che ha definito l'uccisione del ragazzo «senza senso e aveva chiesto l'accusa di omicidio per l'agente, accusa le autorità di aver »manipolato« il processo decisionale del Grand Jury. Il procuratore della contea di Cuyahoga, Timothy McGinty, parla di un disastroso incidente provocato da un errore umano, precisando che le prove presentate però non si traducono in accuse penali nei confronti di Timothy Loehmann, l'agente che ha sparato. la legge - mette in evidenza McGinty - concede il beneficio del dubbio al poliziotto che »ha avuto pochi secondi per assumere una decisione«. Al centro della disputa c'è un video che mostra l'arrivo dell'agente Loehmann e del collega Frank Garmback, in seguito a una chiamata al 911, il 113 italiano, in cui si metteva in guardia dalla presenza di un ragazzo armato in un centro. Chi ha effettuato la chiamata ha precisato però che probabilmente la pistola era giocattolo, informazione che non sarebbe stata passata ai due agenti. Giunti sul posto, Loehmann e Garmback si sono confrontati con Rice, al quale Loehmann ha sparato nell'arco di pochi secondi.

È »inconfutabile« - afferma McGinty - che Rice stava tirando fuori la sua arma quando gli è stato sparato e non c'era modo per gli agenti di sapere che era una pistola giocattolo. La decisione del Grand Jury arriva mentre a Chicago la polizia è di nuovo nel mirino e il sindaco Rahm Emanuel ha deciso di rientrare in anticipo dalle vacanze per far fronte alla nuova emergenza. Un agente ha ucciso due afroamericani, un ragazzo con disturbi mentali e una donna di 55 anni. La donna è stata uccisa per un incidente: stava aprendo la porta agli agenti quando le è stato sparato. Il caso ha alimentato le polemiche nei confronti della polizia della città, già al centro di un'indagine federale per il video che mostra l'agente bianco Jones Van Dyke sparare per 16 volte contro il 17enne afroamericano Laquan McDonald. L'incidente è accaduto nel 2014 e il video diffuso nelle ultime settimane, aprendo la strada a forti polemiche, costate il posto al responsabile della polizia.

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