NEW YORK. La Fed apre un nuova fase, mettendo fine all'era dei tassi pari allo zero, iniziata nel 2008 con la crisi finanziaria. La banca centrale americana alza, con una mossa storica, i tassi di interesse di un quarto di punto a 0,25-0,50%: si tratta del primo rialzo dal giugno del 2006. Poi assicura: la politica monetaria resta accomodante e gli aumenti successivi saranno graduali. Wall Street, che inizialmente sembra non risentire dell'annuncio atteso da mesi e gia' digerito, accelera con il passare dei minuti, vedendo il rialzo come un'iniezione di fiducia della Fed nell'economia americana. I listini americani chiudono positivi con aumenti superiori all'1%, nonostante il calo del petrolio, sceso a 35,52 dollari al barile con l'aumento piu' forte del previsto delle scorte petrolifere americane. Le piazze finanziarie europee sono gia' chiuse quando la Fed annuncia la stretta. La seduta e' stata fiacca nel Vecchio Continente. Quasi tutti i listini hanno chiuso in rialzo, fatta eccezione per Milano. Piazza Affari chiude in calo dello 0,29%. L'aumento ''moderato'' dei tassi ''riconosce i progressi dell'economia'', afferma il presidente della Fed, Janet Yellen, sottolineando che la mossa mette fine a una ''fase straordinaria'' della politica monetaria. Una fase iniziata nel 2008, l'ultima volta che i tassi sono stati toccati: allora alla guida della banca centrale c'era Ben Bernanke che, il 16 dicembre 2008, esattamente sette anni fa, aveva portato il costo del denaro ai minimi storici, a zero. Proprio Bernanke e' stato l'ultimo a decidere un aumento dei tassi, nel giugno del 2006. L'importanza del primo aumento dei tassi ''non va esagerata'', aggiunge pero' Yellen, ribadendo che gli aumenti successivi saranno graduali. ''Vogliamo muoverci in modo prudente, in maniera graduale'', precisa. "Non sono preoccupata per una nuova recessione", assicura la presidente della Fed, spiegando di essere "fiduciosa sui fondamentali dell'economia americana". Alcuni osservatori affermano che il rialzo dei tassi potrebbe accelerare un rallentamento dell'economia e del mercato del lavoro.