CITTÀ DEL MESSICO. In una sentenza considerata storica per il Messico, la Suprema corte di giustizia del paese ha aperto le porte alla legalizzazione della marijuana per finalità «ricreative».
La decisione è stata approvata con quattro voti a favore e uno contro dai giudici della prima sala della Corte, che ha così ritenuto incostituzionale «la proibizione assoluta» del consumo
della marijuana. Nel considerare «fuori di dubbio che il consumo di qualsiasi droga genera un problema di salute», i giudici hanno tuttavia ritenuto senza «alcuna ragionevolezza» il fatto che «la risposta dello Stato al consumo sia la reclusione e il divieto assoluto del consumo», ha sottolineato il magistrato Alfredo Guitierrez Ortiz Mena, spiegando le ragioni del suo voto a favore.
A chiedere di pronunciarsi alla Corte era stata la Società messicana per l'autoconsumo responsabile e tollerante fondata due anni fa da quattro avvocati e imprenditori. «Questa sentenza è il primo chiodo sulla bara del proibizionismo», hanno commentato i responsabili della società. Secondo gli esperti messicani, la sentenza potrebbe aprire la strada a riforme più ampie in materia e innescare d'altro lato «un dibattito più approfondito per eventualmente regolare il consumo».
Nel commentare la sentenza, il presidente messicano Enrique Pena Nieto ha a sua volta sottolineato di «rispettare» tale decisione, ricordando nel contempo che il governo non intende modificare le proprie azioni relative alla localizzazione e la distruzione delle piantagioni, in quanto in alcun modo il verdetto «implica l'eliminazione di tali politiche».
Le nostre posizioni sul tema sono «diverse», ha d'altra parte puntualizzato la ministro della Sanità, Mercedes Juan.
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