ATENE. Alexis Tsipras ha vinto la sua prima sfida del voto parlamentare: il governo del premier ellenico ha ottenuto l'approvazione dell'aula di un decreto omnibus che contiene alcune delle più spinose riforme chieste dai creditori internazionali in cambio di nuovi aiuti. Era previsto che il pacchetto, in nottata, sarebbe passato con il sostegno della sola maggioranza che sostiene l'esecutivo (la sinistra di Syriza più in nazionalisti di Anel). Il varo è stato preceduto da due diverse manifestazioni di protesta organizzate ad Atene dai sindacati del settore pubblico e dal sindacato comunista Pame. In occasione dell'ultimo voto sulle misure di austerità, il partito del premier finì in pezzi, con la sinistra interna che prima si rifiutò di votare i provvedimenti e poi ha finito per staccarsi da Syriza, creando il partito Unità popolare. Quella frattura provocò le dimissioni di Tsipras ed il voto anticipato, che ha visto una solida vittoria del premier di sinistra e il fiasco di Unità popolare, restato fuori da Voulì (il parlamento ellenico). In particolare, il decreto approvato contiene tra l'altro misure che penalizzano chi va in pensione anticipatamente ed espande la tassa sulle proprietà, una delle più odiate dai greci. I tagli alla spesa e gli aumenti della pressione fiscale servono a sbloccare una nuova tranche di aiuti da 2 miliardi di euro, parte del pacchetto triennale da 86 miliardi che serve alla Grecia per evitare il fallimento. La sua maggioranza di 155 seggi su 300 ha dunque tenuto bene visto che nel dibattito non si sono udite voci dissenzienti. Tutti gli esponenti delle opposizioni - che hanno sostenuto invece il precedente governo Tsipras quando il terzo Memorand hanno detto che voteranno contro il decreto. «Votatevi le vostre misure - ha detto il leader dei conservatori di Nea Dimokratia, Vangelis Meimarakis, spiegando il No al decreto - Creano solo problemi alla società. Noi mesi fa abbiamo votato per il Memorandum, che indicava obiettivi ed un calendario. Ma i provvedimenti sono i vostri». Fortemente contrari anche i sindacati del settore pubblico Adedy e quello vicino al Partito comunista, Pame, che stasera tengono due diverse manifestazioni contro la politica economica del governo. Adedy, in un comunicato, attacca il governo per aver esteso ai lavoratori pubblici l'aumento dell'età pensionabile e i tagli alle pensioni già in vigore per il settore privato. Per i sindacati, le nuove misure schiacceranno definitivamente le parti più deboli della società. Pame sarà invece in piazza contro «la distruzione dello stato sociale» «la nuova raffica di tasse»