ROMA. «Se sarà varata una missione di pace dell'Onu in Libia, la decisione su chi la guiderà dovrà prenderla il Consiglio di sicurezza. Io posso solo dire che l'Italia ha svolto un ruolo molto positivo, centrale anche nel favorire l'accordo per un governo di unità nazionale: un'intesa negoziata tra mille difficoltà dal mediatore delle Nazioni Unite, Bernardino Leon». Così il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon in un'intervista esclusiva al Corriere della Sera.
«L'Italia è stata fin qui la pietra angolare dei processi di pace delle Nazioni Unite e dell'impegno per i diritti umani. È anche il Paese occidentale che ha dato il maggior contributo alle attività di peacekeeping». «L'Italia - dice ancora Ban - è stata anche un campione dello sviluppo dei diritti umani e spero che prosegua su questa strada, insieme con le altre nazioni, ora che c'è da concretizzare l'Agenda 2030 con gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Un pianeta accogliente, con al centro il futuro degli esseri umani, possiamo farcela». Il segretario Onu riflette anche sull'impegno italiano per i migranti: «ho molto apprezzato la generosità e la compassione, l'aiuto a queste persone disperate, offerto dal popolo e dal governo italiano». «So che tutto questo è stato, per voi, anche una grossa sfida. Certo, accogliere questi migranti» «non è stato facile. Ma io spero che l'Unione europea, e anche l'Italia, mostrino ancora la loro solidarietà globale. Un discorso - sottolinea Ban Ki-moon - che vale soprattutto per l'Europa, e sono incoraggiato nel vedere i primi accordi nella Ue sulla riallocazione dei rifugiati nei vari Paesi. Dobbiamo affrontare la realtà: questo delle migrazioni è un fenomeno ormai globale».
Se credo possibile l'obiettivo di azzerare entro 15 anni la povertà estrema? «Io ho fiducia perchè si è messa in moto una mobilitazione molto vasta». Lo afferma in un'intervista esclusiva al Corriere della Sera il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, che spiega: «non c'è solo l'impegno dei governi». «Sono state fatte consultazioni durate tre anni che hanno coinvolto milioni di persone. Gli obiettivi sono molti - ben diciassette: da un'effettiva parità uomo-donna in tutto il mondo a scuole di qualità per tutti i bambini - perchè sono stati definiti da giovani e anziani, donne e uomini, esponenti politici, leader religiosi, rappresentanti delle associazioni della società civile».
Il segretario Onu è positivo anche sulla Conferenza di Parigi sul clima: «sono ancora ragionevolmente ottimista sul fatto che i leader mondiali entro fine anno riusciranno ad adottare un protocollo universale sui mutamenti climatici». «Rimango ottimista perchè sulla necessità di intervenire sul clima c'è ormai un ampio consenso nel mondo: non solo ci sono molti Paesi convinti, ma si nota anche la determinazione di varie articolazioni sociali all'interno dei singoli Paesi». «Il dato di fondo» «è che quasi tutti si sono ormai convinti che il costo dell'inazione è più alto del costo (che comunque c'è) di un intervento adottato oggi». Ban torna poi sulla situazione in Siria e sul rischio di una guerra 'per procurà tra Usa e Russia: «sono convinto - dice il segretario generale - che la soluzione non possa essere trovata nelle armi. Credo ancora, e dobbiamo crederci tutti fermamente, in una soluzione politica».
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