NEW YORK. Almeno tremila militanti dell'Isis e dei gruppi jihadisti Jabhat Al-Nusra e Jaish al-Yarmouk sono fuggiti dalla Siria in Giordania nel timore dell'avanzata dell'esercito siriano su tutti i fronti e dei raid aerei russi: lo ha reso noto Ria Novosti citando una fonte militare. Ieri il presidente siriano Assad, in una intervista all'emittente iraniana Khabar Tv ha fatto sapere che: "se lasciare il mio posto è la soluzione, non esiterò a farlo".
L'offerta di Assad - Per la prima volta, Bashar al Assad ipotizza esplicitamente un processo di transizione politica in Siria senza di lui. "Se lasciare il mio posto è la soluzione, non esiterò a farlo", ha detto il presidente siriano in un'intervista all'emittente iraniana Khabar Tv. Poi ha messo in guardia "contro la distruzione della regione del Medio Oriente, in caso di fallimento della coalizione della Russia e dei suoi alleati che combattono le organizzazioni terroristiche" nel suo Paese. Assad ha spiegato che la coalizione formata da Iran, Iraq, Russia e Siria dovrà prevalere nella lotta al terrorismo altrimenti il Paese non potrà sopravvivere. "Non ci può essere una soluzione politica finché ci saranno stati che continueranno a sostenere il terrorismo", ha sottolineato, precisando che "la guerra continuerà finché ci saranno coloro che sostengono il terrorismo".
Il presidente siriano ha poi lanciato un'accusa all'Occidente: "Spara ai rifugiati siriani con una mano e con l'altra gli dà da mangiare", ha detto durante l'intervista. Quindi ha avvertito: "la nostra priorità è impedire che altri Paesi cadano sotto l'egemonia occidentale". Il presidente siriano ha poi attaccato la coalizione guidata dagli Stati Uniti che dal settembre 2014 sta conducendo raid contro i jihadisti. "Dopo più di un anno, non vedo i risultati. Anzi. Il terrorismo ha registrato una espansione geografica e il numero di reclute in questi gruppi è aumentato", ha motivato Assad. Intanto, i raid russi in Siria si intensificano. L'aviazione ha compiuto 20 attacchi aerei contro l'Isis nelle ultime 24 ore, distruggendo 10 obiettivi. I raid sono stati lanciati nei pressi della città di al-Tabqa, nella provincia di Raqqa, distruggendo tra le altre cose un campo di addestramento e un deposito di munizioni dell'Isis, secondo quanto riferisce il portavoce del ministero della Difesa Igor Konashenkov. Ma sugli obiettivi Isis colpiti dalla Russia, ha espresso dubbi anche il premier britannico, David Cameron il quale sostiene, come avevano gia' fatto nei giorni scorsi gli altri membri della coalizione, che i raid sono stati lanciati in zone non controllate dallo Stato islamico. Vladimir Putin deve "cambiare direzione" e non "sostenere il macellaio Assad", ha detto Cameron alla Bbc. Secondo il premier, l'intervento militare di Mosca in Siria porterà una "maggiore instabilità" e una crescente tensione nel Paese. Cameron ha poi annunciato che la Gran Bretagna raddoppierà la propria flotta di droni che combattono l'Isis.
Contro i raid russi si e' espresso il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che li ha definiti "inaccettabili", avvertendo Mosca che corre il rischio di diventare una presenza ostile nella regione. La Russia "sta commettendo un grave errore", ha detto Erdogan. Oggi, il Nyt ha criticato le campagne di addestramento militare lanciate dagli Usa, spendendo miliardi di dollari, che sono risultate 'fallimentari'. Il quotidiano si riferiva in particolare a Siria, Iraq e Afghanistan "che si sono rivelate quelle con più sfide". "In Siria - fa notare il Nyt - i 500 milioni di dollari spesi per il programma di addestramento dei ribelli locali per combattere i jihadisti e' servito solo per un piccolo gruppo di 4-5 persone".
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