MAIDUGURI. Cinque ragazzine che indossavano cinture e giubbotti esplosivi sono saltate in aria nel nord-est della città nigeriana di Maiduguri. La più giovane aveva 9 anni. Secondo forze di sicurezza citate dalla Bbc online, i morti sono 14 comprese le bambine, i feriti 39. Gli attentati sono avvenuti vicino a una moschea e alla sede della vigilanza.
Le esplosioni, hanno riferito ancora i militari alla Bbc, sono avvenute ieri sera poco prima della preghiera quando la zona della moschea era molto affollata. A Maiduguri in attacchi analoghi solo due settimane fa erano morte più di 100 persone. L'attentato multiplo non è stato rivendicato ma le autorità lo attribuiscono ai Boko Haram, i fondamentalisti islamici che proprio in quest'area (Stato di Borno) sei anni fa hanno dato il via alla loro guerra sanguinosa per l'instaurazione della Sharia (la legge islamica), con un bilancio di oltre 17.000 morti.
Gli attacchi sono aumentati da quando, lo scorso maggio, è diventato presidente della Nigeria il musulmano Muhammadu Buhari che ha ottenuto alcuni importanti successi contro il gruppo integralista, affiliato allo Stato islamico (Isis). E sempre più spesso i Boko Haram "usano" giovani donne e bambine che - secondo molti osservatori - senza capire cosa sta loro accadendo o anche contro la loro volontà, vengono trasformate in bombe umane e fatte saltare in aria in mezzo alla folla. Secondo fonti ad Abuja, capitale della Nigeria, le autorità temono che il numero delle vittime delle esplosioni di ieri sera aumenti in quanto molti feriti hanno subito mutilazioni e sono in condizioni molto gravi.
Secondo l'Unicef, negli ultimi 5 mesi, un sensibile incremento degli attacchi di Boko Haram ha costretto alla fuga 500.000 bambini, portando a 1,4 milioni il numero totale dei minori che si spostano nel nordest della Nigeria e nei paesi vicini. Solo nel nord della Nigeria, circa 1,2 milioni di bambini - oltre la metà dei quali sotto i 5 anni - sono stati costretti a lasciare le proprie case.
Altri 265.000 sono stati costretti a fuggire in Camerun, Ciad e Niger. Manuel Fontaine, Direttore Regionale dell'UNICEF per l'Africa Centrale e Occidentale, parla di «infanzia spezzata» e dice: «è veramente preoccupante vedere che i bambini e le donne continuano ad essere uccisi, rapiti e usati per trasportare bombe.» Insieme con i governi e i partner in tutti e quattro i paesi colpiti, l'Unicef ha ampliato le sue operazioni salvavita a migliaia di bambini e alle loro famiglie colpiti dalle violenze. Dall'inizio dell'anno oltre 315.000 bambini sono stati vaccinati contro il morbillo;più di 200.000 persone hanno ricevuto accesso ad acqua pulita;circa 65.000 minori sfollati e rifugiati hanno avuto accesso all'istruzione e hanno continuato ad studiare grazie alla distribuzione di materiali scolastici e 72.000 hanno ricevuto supporto psicologico;circa 65.000 bimbi sotto i 5 anni hanno ricevuto cure per malnutrizione acuta grave.
Sono oltre 100 i morti nella serie di attentati imputati ai Boko Haram che nei giorni scorsi hanno insanguinato il nord-est della Nigeria. Lo riferiscono fonti della difesa civile. Almeno 80 le vittime in 4 esplosioni a Maiduguri, capitale dello Stato del Borno, e altre 28 dopo un attacco kamikaze in un mercato nei dintorni.
Anche questa volta non c'è stata una rivendicazione degli attentati, ma la zona è insanguinata da oltre sei anni dai jihadisti di Boko Haram, che nella loro guerra contro lo Stato centrale per imporre la sharia nel nord-est del Paese, finora hanno ucciso circa ventimila persone.
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