ROMA. L'Eliseo ha annunciato di aver condotto i primi attacchi aerei in Siria contro lo stato islamico, in coordinamento con la coalizione internazionale. Lo rende noto Le Monde. «La Francia - si legge nel comunicato della presidenza - ha colpito in Siria. Lo abbiamo fatto sulla base di informazioni raccolte nelle ultime operazioni aeree condotte da oltre due settimane, nel rispetto della nostra autonomia d'azione, in coordinamento con i nostri partner della coalizione». Parigi «conferma il risoluto impegno» a combattere contro «la minaccia terroristica rappresentata da Daesh» annunciando di voler «colpire ogni volta che la nostra sicurezza nazionale sarà in gioco». Sono «almeno 30.000» i foreign fighters in Siria e Iraq che sono andati a combattere nelle file dell'Isis: lo rivelano fonti di intelligence Usa citate dal New York Times. In 12 mesi il loro numero «è raddoppiato» stimano i responsabili, affermando che i reclutamenti «sono in costante crescita, con quasi 1.000 nuovi combattenti al mese». Almeno 250 gli americani. Oltre che con i raid, la Francia ha deciso di rafforzare la guerra contro i terroristi dello Stato Islamico anche nel cyberspazio. Ad annunciare il rafforzamento della "lotta digitale", è stato il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian. In particolare, si tratta di proteggere i sistemi informatici della difesa ma anche di passare all'offensiva. «Non è più un tabù», dice il ministro, secondo cui «i gruppi armati terroristici che affrontiamo, a partire dall'Isis, investono in modo massiccio nello spazio digitale». Il ministro ricorda quindi che «la fonte di questa propaganda è stata identificata a Raqqa, in Siria, con dei punti di collegamento che si trovano nei nostri diversi Paesi e che utilizzano le nostre infrastrutture e i nostri operatori internet». Di qui la necessità di rispondere in modo appropriato. Ad Abu Dhabi, da cui partono i caccia francesi impegnati in Iraq, e dall'8 settembre in Siria, il Centro di analisi di lotta informatica difensiva (Calid) passa continuamente al setaccio la rete lanciando le allerte. Secondo Le Figaro, il governo francese punta però ad una maggiore unità per il controllo di internet che dovrebbe essere operativa a partire dal 2018 con una squadra di 800 persone. «L'obiettivo è creare un vero e proprio scudo protettivo», ha detto il ministro. La portaerei Charles-de-Gaulle potrà anch'essa contare su una protezione cyber, dice una fonte ben informata. HOLLANDE. Il presidente Francois Hollande, parlando con i giornalisti al Palazzo di Vetro, ha spiegato che sei jet francesi hanno attaccato e distrutto un campo di addestramento nella Siria orientale perché rappresentava una minaccia per la "sicurezza nazionale". Nell'azione non sono stati colpiti civili. Il campo di addestramento era gestito dai militanti dell'Isis. Hollande ha quindi aggiunto che "se sarà necessario, nelle prossime settimane ci potranno essere altri attacchi". Gli obiettivi sono stati identificati grazie a precedenti voli di ricognizione. Hollande ha poi ringraziato la coalizione guidata dagli Usa per aver fornito informazioni. RENZI. "Bisogna evitare che si ripeta una Libia bis". Lo ha detto il premier Matteo Renzi da New York, rispondendo ad una domanda sui raid anti Isis compiuti dalla Francia in Siria. "La posizione italiana è sempre la stessa - ha aggiunto - non facciamo blitz e strike" ma collaboriamo con la coalizione internazionale. "Non dobbiamo fare gli stessi errori compiuti in Libia, dove l'intervento armato non ha pagato e stiamo invece pagando i costi di una grave destabilizzazione", ha spiegato Renzi. Quella della Siria, ha aggiunto il premier, è una situazione complessa e va affrontata in un quadro strategico globale che riguardi tutta la regione, dalla Siria allo Yemen alla Libia: "E' anche così che si risolve la questione dei migranti", ha concluso.