Lunedì 23 Dicembre 2024

Due razzi lanciati dalla Striscia di Gaza, gruppo Isis rivendica l'attacco

ROMA. Il lancio di un razzo ieri sera contro Ashkelon, nel sud di Israele, dalla Striscia di Gaza è stato rivendicato da un gruppo salafita, che si dice affiliato all'Isis, chiamato 'Brigate Sheikh Omar Hadid', che già nei mesi scorsi aveva rivendicato attacchi simili. Lo scrive il sito di Haaretz. Il quotidiano aggiunge che l'azione potrebbe essere stata decisa come un atto di sfida ad Hamas, che perseguita questo gruppo, e in segno di protesta contro i disordini sulla spianata delle moschee a Gerusalemme. La tensione in occasione del venerdì di preghiera musulmano è riesplosa nei quartieri arabi di Gerusalemme e si è allargata a gran parte della Cisgiordania. La situazione nella zona - tesissima dopo i violenti scontri dei giorni scorsi sulla Spianata delle Moschee - è stata oggetto dell'intervento dei leader politici e religiosi nel tentativo di spegnere un focolaio pericoloso. Ma in serata, a far rialzare la temperatura, sono anche stati lanciati due razzi da Gaza sul sud di Israele. Il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas) ha avuto una conversazione telefonica con papa Francesco, così come il premier israeliano Benyamin Netanyahu con il segretario generale dell'Onu Ban Ki moon. I rabbini capo di Israele David Lau e Yitzhak Yosef hanno rivolto un appello ai leader religiosi islamici e di altre religioni a «lavorare insieme per arrestare immediatamente la violenza a Gerusalemme e nei suoi dintorni». La situazione per il momento non sembra tuttavia placarsi: a testimoniarlo, a fronte del ripetersi di episodi continui di lanci di pietre e bombe incendiarie da parte palestinese, c'è la decisione di Israele di richiamare un numero imprecisato di riservisti della Guardia di frontiera. Stamattina - anche per il «giorno di collera», proclamato da Hamas - la polizia ha dispiegato sul campo circa 4500 agenti vietando l'accesso sulla Spianata agli uomini over 40: una mossa che non si registrava da tempo. Altro segnale del forte contrasto in atto - riportato dall'agenzia Maan - è stato oggi il blocco da parte dell'esercito all'ingresso di Gerusalemme est del premier Rami Hamdallah diretto alla Moschea di al-Aqsa: un ordine che, secondo la stessa fonte, sarebbe arrivato direttamente da Netanyahu. I primi scontri però non sono avvenuti sulla Spianata dove c'è stata calma, bensì alla Porta di Damasco a Gerusalemme est. Poi, via via, si sono estesi nei quartieri arabi: a Ras el-Amud, sul monte Scopus, nel campo profughi di Shuafat e al valico di Qalandya, in direzione di Ramallah. In Cisgiordania cortei di «solidarietà» alla moschea al-Aqsa ci sono stati a Betlemme, Tulkarem, Ramallah, Nablus e Hebron dove l'esercito israeliano ha disperso i dimostranti con i gas lacrimogeni. Altri incidenti sono stati segnalati a Beit Umar (Hebron) e a Silwad (Ramallah). Nel quartiere di Armon ha-Natziv, a Gerusalemme est, forse i fatti più gravi: secondo la polizia, tre agenti di frontiera sono stati feriti da una bottiglia molotov lanciata da palestinesi provenienti dal vicino rione di Jabel Mukhaber. Due i palestinesi arrestati. L'agenzia Maan ha parlato di decine di feriti complessivi (pare oltre 20) tra i dimostranti e di molti altri intossicati dai gas lacrimogeni. Nella serata poi le sirene d'allarme del sistema antimissile sono risuonate in due città del sud di Israele, Sderot e Ashkelon. Nel primo caso un razzo sparato dalla vicina Striscia di Gaza è caduto danneggiando un autobus e una casa e provocando il panico. Nel secondo il sistema Iron Dome è riuscito a intercettare il razzo in cielo. Abu Mazen, secondo l'agenzia Wafa, ha denunciato al pontefice l'escalation di violenze sulla Spianata delle Moschee e Francesco, secondo la stessa fonte, si è detto «preoccupato per la situazione» e che «parlerà della condizione dei luoghi santi durante la sua prossima visita ufficiale negli Stati Uniti». Francesco - sempre secondo la Wafa - ha inoltre espresso la sua preoccupazione per «l'aumento di intolleranza ed estremismo» e per un possibile «conflitto religioso». Ban Ki moon, così come il Consiglio di sicurezza, ha insistito con Netanyahu sul rispetto dello status quo della Spianata e che siano impedite le attività degli estremisti. Il premier ha assicurato che Israele rispetta lo status quo in maniera «meticolosa». L'Arabia Saudita ha espresso biasimo e disapprovazione per quelle che Riad definisce «le violazioni commesse dalle forze di occupazione israeliana presso il luogo sacro della Moschea di Al Aqsa».

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