Giovedì 19 Dicembre 2024

Tensione tra le due Coree, Kim Jong-un: "Quasi stato di guerra"

Kim Jong-un

PYONGYANG. Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha dichiarato il «quasi-stato di guerra» nelle aree di prima linea nel mezzo delle crescenti tensioni con Seul: secondo i media di Pyongyang, giovedì sera si è tenuta una riunione di emergenza della Commissione militare centrale del Partito dei Lavoratori dopo lo scambio di colpi di artiglieria al confine occidentale. Kim, ha riferito l'agenzia Kcna, ha presieduto la riunione ordinando «all'esercito di prepararsi del tutto alle operazioni di guerra» contro la Corea del Sud in zone designate «da mettere sotto quasi-stato di guerra» dalle 17:00 di oggi nel nuovo fuso della Corea del Nord (le 10:30 in Italia). La riunione della speciale e potente commissione del Partito dei Lavoratori ha discusso situazione e possibili misure di una azione militare qualora la Corea del Sud decida di non fermare la campagna di propaganda anti-Pyongyang lungo il confine. I militari nordcoreani hanno negato le ricostruzioni di Seul che addebitano al Nord la responsabilità «dell'incidente del pomeriggio di giovedì», classificando come «grave provocazione militare» i 36 colpi di artiglieria sparati dal Sud. I militari sudcoreani, invece, hanno affermato che dal Nord sono arrivati ben due cicli di colpi: il primo è stato un singolo proiettile di artiglieria antiaerea, mentre il secondo ha visto diversi tiri di 76,2 millimetri. Dal Sud, in risposta, sono partiti «decine» di colpi di 155 mm. Anche se al momento non risultano feriti, l'ultima tornata di tensioni rischia di inasprire ancora di più la tensione, già alimentata dall'episodio dei due soldati sudcoreani feriti ai primi di agosto per l'esplosione di una mina sul lato sud della zona smilitarizzata. Seul, addebitando l'incidente al Nord, ha poi ripreso la trasmissione di propaganda anti-Pyongyang con altoparlanti nelle zone di confine per la prima volta in 11 anni. Una svolta che portato la Corea del Nord a minacciare una azione militare a meno di uno stop da parte di Seul ai suoi piani entro 48 ore dalle 17:00 di giovedì. La Corea del Sud ha messo in guardia il Nord da altri attacchi all'indomani dello scambio di colpi di artiglieria sul confine occidentale: «siamo pronti a reagire - scrive il capo dello Stato maggiore di Seul in una lettera al Dipartimento dello Stato generale dell'esercito popolare - con misure di autodifesa e tutte le responsabilità che ne potranno derivare saranno addebitabili al Nord». «Sollecitiamo il Nord a rinunciare del tutto a ulteriori atti temerari», si legge nella missiva, secondo l'agenzia Yonhap. La Corea del Sud, che ha accusato il Nord di aver violato dopo gli episodi di ieri l'armistizio e un accordo di non aggressione fra le due Coree, ha risposto a una lettera del Nord i cui militari hanno negato di aver agito per primi e definito i bombardamenti come «provocazione militare». Nella lettera, Seul ha chiarito anche che le sue forze armate restano al livello più alto dello stato di allerta, pronte a rispondere a ogni provocazione da parte del Nord. In uno sviluppo correlato alla vicenda, Pyongyang ha deciso di rifiutare la lettera inviata dal ministro dell'Unificazione sudcoreano, Hong Yong-pyo, al direttore del Dipartimento del Fronte unito del Partito dei Lavoratori nordcoreano, in cui si chiedeva al Nord di riconoscere le responsabilità delle recenti provocazioni, di presentare le scuse e di punire i responsabili.

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