PECHINO. Le autorità di Tianjin hanno affermato oggi che non è stato ancora possibile stabilire quali materiali fossero custoditi nel magazzino la cui esplosione ha causato la morte di almeno 50 persone, mentre i feriti sono piu« di settecento. Un alto funzionario della municipalita», Gao Huaiyou, ha precisato in una conferenza stampa che sono state rilevate «differenze significative» tra le carte della dogana e quelle della compagnia proprietaria del magazzino, la Ruihai International Logistic. Da ieri sera, 200 specialisti dell' esercito sono sul posto ma non hanno resi noti i risultati delle loro ricerche. L'esplosione è avvenuta nel quartiere di Tanggu, che si trova nelle vicinanze del porto della metropoli, che è uno dei piu« grandi della Cina e tra l' altro serve la capitale, Pechino, distante circa 120 km. Gao ha chiarito che nessun materiale può essere tenuto nei magazzini per piu» di 40 giorni. Il deposito nel quale si è sviluppato l' incendio che ha poi causato l' esplosione, ha aggiunto, era «adatto» a contenere materiali chimici infiammabili. Secondo Greenpeace Asia il magazzino conteneva cianuro di sodio, toluene disocianato e carburo di calcio, tutti materiali esplosivi e pericolosi per la salute sedispersi nell'aria e nell'acqua. Un vigile del fuoco è stato tratto in salvo dopo 32 ore dalle esplosioni a Tianjin, la metropoli portuale a 120 km da Pechino, che hanno causato la morte di almeno 50 persone e oltre 700 feriti. Lo ha riferito l'agenzia cinese Xinhua. Nella zona interessata i soccorsi sono ancora alle prese per spegnere definitivamente i focolai di incendio nei pressi di sostanze chimiche potenzialmente pericolose.