IL CAIRO. Assaliti e «rapiti da un commando di quattro uomini mascherati». Ad una settimana dal sequestro in Libia di Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla, il colonnello Tahar al Garbali, presidente del Consiglio militare di Sebrata, si è detto convinto che a prelevare i tecnici italiani domenica scorsa siano stati «quattro uomini con il volto coperto». In dichiarazioni all'agenzia Efe al Garbali ha affermato che «gli italiani sono stati catturati ore dopo essere entrati in Libia dalla Tunisia da parte di 4 persone col volto coperto a bordo di un veicolo vicino a Zuara, a 117 km a est di Tripoli». Una notizia che al momento non è confermabile da fonti ufficiali. Nei giorni scorsi il sottosegretario con delega ai servizi Marco Minniti aveva scartato la pista degli scafisti privilegiando l'ipotesi che il sequestro fosse l'iniziativa di una banda di soggetti non legati al terrorismo e che probabilmente cercano di monetizzare questa azione. Tanto che secondo indiscrezioni pubblicate nei giorni scorsi da alcuni media - non confermate ufficialmente - la richiesta di riscatto sarebbe già stata recapitata. Diplomazie ed intelligence sono al lavoro per risolvere il più velocemente possibile la vicenda. Mercoledì prossimo il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni terrà un'informativa urgente alle commissioni riunite Difesa ed Esteri di Camera e Senato. In campo anche l'Egitto che, per bocca del ministro degli Esteri Sameh Shoukry, ha reso noto di seguire «con molto attenzione ed impegno» la vicenda, «con contatti ad alto livello sul terreno con il governo libico», anche se il titolare della diplomazia del Cairo ha affermato di «non disporre al momento di nuove notizie o informazioni a riguardo». «La situazione della sicurezza in Libia è preoccupante, siamo particolarmente attenti a quello che è accaduto, anche l'Egitto si è trovato a vivere situazioni simili, e capiamo l'impatto che hanno sulla popolazione notizie di questo tipo», ha aggiunto il ministro, rinnovando poi l'appello alla «comunità internazionale ad aiutare l'Egitto a combattere il terrorismo». Intanto, secondo quanto scrive oggi il Sunday Telegraph, David Cameron non ha escluso raid britannici anti-Isis anche sulla Libia. Il primo ministro britannico ha dato ordine di «cominciare a preparare i piani» di nuove ipotetiche azioni militari sul territorio libico. Cameron ha appena ribadito l'intenzione d'intensificare la guerra all'Isis e «al suo culto di morte», anche oltre Iraq e Siria. Sul terreno libico un nuovo accordo di cessate il fuoco è stato siglato ieri notte tra le tribù libiche tuareg e tebu dopo violenti scontri che nelle ultime tre settimane hanno causato almeno 60 morti. La tregua prevede il rilascio dei prigionieri e sanzioni nei confronti di chi dovesse infrangerla.