Mercoledì 18 Dicembre 2024

Proteste per la strage di Suruc, 49 arresti a Instanbul

INSTANBUL. Le forze di sicurezza turche hanno arrestato un totale di 49 persone durante diverse manifestazioni di protesta che si sono svolte a Istanbul per l'attentato kamikaze di lunedì a Suruc, al confine con la Siria, in cui sono morte 32 persone. Lo riferiscono media locali. Gli scontri più duri si sono verificati in serata nella zona asiatica di Kadikoy, dove la polizia ha disperso le proteste con lacrimogeni e cannoni ad acqua, arrestando 11 manifestanti. Secondo l'agenzia di stampa statale Anadolu, nei vari interventi delle forze di sicurezza sono anche stati sequestrati alcune armi e munizioni e 203 cocktail molotov. E hanno suscitato allarmi e polemiche in Turchia le immagini di alcuni manifestanti armati e con volto coperto ai funerali di alcune delle vittime della strage di Suruc, tenutisi ieri nel quartiere di Sultangazi a Istanbul. Le foto, diffuse dai media locali, mostrano alcune persone che imbracciano kalashnikov e pistole tra le centinaia che partecipavano alla cerimonia funebre per Ismet Seker e Cemil Yildiz. Secondo testimoni, uno di loro avrebbe anche sparato alcuni colpi di kalashnikov in aria. Nello stesso quartiere ieri mattina alcuni colpi d'arma da fuoco erano stati sparati contro una centrale di polizia da assalitori non ancora identificati. Un tribunale turco ha proibito la pubblicazione sui siti e sui social, Twitter compreso, di immagini esplicite dell'attentato kamikaze di Suruc, dove due giorni fa sono morte 32 persone. Lo riferisce l'agenzia di stampa Anadolu. La corte ha bloccato anche la diffusione di filmati che mostrano il momento dell'esplosione. I siti che non le rimuoveranno saranno bloccati. L'accesso a Twitter in Turchia è stato poi sbloccato dopo che il gigante dei social media ha applicato le misure decise dal tribunale. Le autorità turche hanno confermato grazie al test del dna che l'attentatore kamikaze che due giorni fa ha provocato 32 morti a Suruc è il ventenne turco Abdurrahman Alagoz. Lo riferiscono media locali. "Era attivo in un gruppo legato alla Siria che sostiene l'Isis - spiega un ufficiale in condizioni di anonimato, citato dal quotidiano Zaman - Sappiamo che è entrato in Siria illegalmente. Non è stato possibile rintracciarlo mentre si trovava là". La polizia aveva trovato il documento d'identità di Alagoz su un cadavere irriconoscibile dopo l'esplosione nel centro culturale di Suruc. Inizialmente i sospetti erano caduti su una ragazza 18enne. Un equivoco nato, pare, dal fatto che il giovane indossava un velo quasi integrale. Secondo il racconto della madre, Alagoz, originario della provincia sudorientale di Adiyaman, era fuggito con il fratello da sei mesi senza più dare notizie fino a dieci giorni fa, quando era tornato a casa per la fine del Ramadan prima di far perdere di nuovo le sue tracce.

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