ROMA. L'Italia sostiene l'accordosul nucleare iraniano ma si dice pronta, con la comunità internazionale, a «vigilare» perchè la sicurezza di Israele «èanche la nostra: non è questione del diritto di Israele di esistere, ma il dovere» che esista. Matteo Renzi arriva nello Stato ebraico e, dopo una prima tappa all'Università di Tel Aviv, si sposta a Gerusalemme per incontrare Benyamin Netanyahu nel primo faccia a faccia tra un leader occidentale e il premier israeliano dopo l'intesa di Vienna. Consapevole, come lui stesso rimarca, che le posizioni sull'accordo per il nucleare iraniano sono ben «diverse». Ma pronto a rassicurare l'amico israeliano su quel «compromesso»che Netanyahu torna, ancora una volta, a bollare come «un errore storico». Brandendo i rischi di un'intesa che «rappresenta una grande minaccia per Israele, l'Europa e tutto il mondo: metter l'Iran in condizione di avere a disposizione decine di armi atomiche entro 10 anni» e, nel frattempo, di armare e sostenere Hezbollah, Hamas, la Jihad islamica e il terrorismo in paesi come la Libia, tuona il primo ministro israeliano.
Ma nel ribadire tutta la sua ira contro l'intesa di Vienna, Netanyahu con Renzi usa toni e atteggiamenti ben diversi da quelli riservati stamattina al responsabile della Difesa Usa, Asthon Carter, 'sottrattò alla stampa al termine di un incontro durato circa tre ore per evitare che emergessero platealmente tutti i dissensi.
Netanyahu accoglie Renzi con un «buonasera Matteo...», scandito in italiano. E pur se non lascia spazio alle domande dei cronisti, batte il tempo della conferenza stampa al ritmo della grande amicizia e delle ottime relazioni, «da far crescere ancora di livello», tra Italia e Israele, due paesi legati da «rapporti speciali».
«Per me venire in Israele è come tornare a casa, è il luogo dove le radici della nostra cultura si possono ritrovare, è il paese delle radici di tutto il mondo e anche il nostro futuro»,dice più volte Renzi, invitando Netanyahu con la moglie Sara «a Milano in agosto per l'Expo e poi anche a Firenze in futuro». Un invito che Netanyahu accoglie, confermando che «sarà all'Expo» e rimarcando che si tratta di un evento di «grande successo».
«Penso che abbiamo differenti posizioni» ma «sosteniamo il compromesso» di Vienna «e vigileremo sulla sua applicazione», torna a sottolineare il premier italiano, non mancando un riferimento alla sua Firenze e al David contro Golia: «Penso che oggi siamo tutti Davide contro nemici barbarici che usano la religione per portare terrore, miseria e morte». E insiste:«Siamo al vostro fianco e al fianco del popolo di Israele contro l'antisemitismo».
Parole che lascia, nero su bianco, anche sul libro degli ospiti dello Yad Vashem, il Mausoleo della Shoah: «Abbiamo laresponsabilità del ricordo e dell'impegno quotidiano, giorno dopo giorno, contro l'antisemitismo, vera minaccia per la pace, attraverso l'educazione delle nuove generazioni. Mai più, mai più, mai più», scrive il premier dopo essersi avvicinato allafiamma che ricorda i 6 milioni di ebrei uccisi dai nazisti.
I legami tra Italia e Israele «sono molto forti», aveva detto anche al suo arrivo, partecipando ad un workshop all'Università di Tel Aviv dove ha tenuto a rimarcare il successo d'Israele nel campo dell'innovazione. Un «modello» anche per l'Italia, il cui futuro «non sarà una discussione continua sulle riforme» ma la «capacità di immaginare una nuova idea per il paese, l'Europa e i suoi partner». Israele, «con incredibili storie di successo esogni grandissimi dei giovani studenti che vengono qui», rappresenta un «messaggio importante anche per l'Italia», aggiunge nel solo riferimento della sua due giorni israeliana (domani interverrà alla Knesset, vedrà il presidente Rivlin e poi Abu Mazen a Betlemme) alle questioni interne. All'università di Tel Aviv arriva a metà giornata e ad attenderlo c'è anche - gli viene fatto notare - una soldatessa israeliana italiana con cui scambia una battuta. «Italiana,italiana?». Si chiama Lea Calderoni e risponde subito al premier: «Sono di Roma». «Allora sei romana de Roma», scherza Renzi stringendole la mano.
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